Andrea Pirlo, il Maestro

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Dalla parte del tifoso.

Il nuovo allenatore della Juventus, una carriera folgorante dall’Under 23 alla prima squadra in poche ore, è Andrea Pirlo, a tutti noto anche come il Maestro. Ex giocatore della Juventus, campione del mondo nel 2006 e un palmares da paura. Amato dai tifosi e rispettato dagli avversari, serafico e calmo anche quando piovono granate al napalm, carismatico, leader, allenatore già in campo.

E poi… zero minuti in panchina. Pirlo non ha fatto in tempo nemmeno a poggiare mezza chiappa sulla panca Under 23 che già era su quella dei grandi. E già perché dopo un bollente pomeriggio d’agosto, nello spazio di appena 6 ore, la Juventus è stata capace di esonerare Maurizio Sarri, che avrà accolto la notizia come una doccia scozzese a giudicare dalle sue parole post-gara contro il Lione, e dare l’incarico al Maestro. Quindi sul tempismo pare ci siano ragguardevoli progressi.

Diciamolo subito, la sola e unica perplessità che si può nutrire sul campione è esclusivamente l’assenza siderale di esperienza nel ruolo di allenatore, tra i più delicati del mondo del calcio. Perché per il resto nessuno tra i milioni di tifosi della Juventus sparpagliati nel mondo può avere sentimenti negativi nei suoi confronti.

Un passo avanti, perché ricordiamo tutti come è stato accolto Max Allegri, che poi riuscì a farsi apprezzare a suon di vittorie, per poi riuscire nell’impresa impossibile di tornare a farsi detestare gli ultimi due anni. Non parliamo nemmeno di Sarri, che è stato accolto con lo stesso piacere di un pugno sabbia negli occhi. Poi anche lui è riuscito a farsi apprezzare come il sale e succo di limone su una ferita aperta, dopo una sola stagione, se anche eccezionalmente lunga.

Quindi Pirlo, in tal senso, segna un cambio epocale dopo 6 anni di imprecazioni. Pirlo piace a tutti. Ma tutti sentono al tempo stesso un brivido correre lungo la spina dorsale per quell’unico neo, l’esperienza zero. Sarà il nuovo Zinedine Zidane o il nuovo Ciro Ferrara? Non ci è dato di saperlo, è un azzardo degno di un ludopatico della roulette. Quindi quel brivido ce lo terremo finché non vedremo all’opera sui campi il frutto del suo lavoro.

Ancora due dati positivi. Il primo è che è una persona che non conosce il significato della parola pressione, che sia mediatica, della dirigenza, dei tifosi, o la mandibola di un alligatore chiusa sul braccio. Può essere un grande pregio. Il secondo, se un uomo di tal saggezza e puntiglio non ha avuto riserve nel tuffarsi dentro una friggitrice come questa, c’è da credere che sappia il fatto suo. O almeno creda di saperlo. Il fatto che sia stato un leader da giocatore e il suo essere il classico allenatore in campo, non sono invece elementi sufficienti ad assicurare alcunché sulle sue prestazioni da allenatore.

Con l’augurio che venga affiancato da uno staff di prim’ordine e mantenga la sua sconcertante flemma, ma soprattutto che la dirigenza gli metta a disposizione una squadra al posto dell’attuale lazzaretto, attenderemo trepidanti fin dalle sue prime partitelle estive, di capire di cosa stiamo parlando, e cosa ci riserva il futuro. Nel frattempo, dopo questo pomeriggio mica male, con l’espressione tipica di chi ha rimediato due sberle nelle orecchie da Bud Spencer, non possiamo far altro che dire: in bocca al lupo Maestro!