Mercato Juventus, la nostra valutazione

Mercato Juventus, la nostra valutazione

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, di questo si tratta. Ciascuno la vede a modo suo ma tentiamo di tracciare una linea di oggettività dalla quale partire.

Nell’era del Covid-19 il mercato è fatto di scambi e prestiti, o qualche opportunità. E va bene, e vale per tutti. Pare chiaro ad ogni modo che i tre obiettivi principali della Juventus in questa sessione fossero i seguenti:

  1. Svecchiare la rosa più vecchia d’Europa
  2. Alleggerire il monte ingaggi
  3. Restare competitivi su tutti i fronti

La Juventus aveva anche qualche problema strutturale, un carenza di ruoli in attacco e sulle fasce. Possiamo considerare il voler colmare queste lacune come il quarto obiettivo. O magari, vista la situazione, il terzo e mezzo.

Dunque al punto 1. si può dire che la Juventus sia riuscita a innescare il processo di ringiovanimento. Che, immaginiamo, vada fatto anche gradualmente, quindi era importante imprimere una spinta, non certo realizzarlo in unica soluzione, specialmente in questo anno così assurdo. Gli innesti di Arthur (23 anni), McKennie (22 anni), Morata (28 anni), Kulusevski (20 anni), e Chiesa (22) insieme a quelli già operati in precedenza di de Ligt (21 anni) e Demiral (22 anni), hanno abbassato l’eta media da 30,6 anni di Allegri e Sarri ai 24 anni della rosa allenata da Pirlo.

In rosa ci sono anche Dybala (26 anni), Rabiot (25), Bentancur (23) e Bernardeschi (26). I senatori ancora in carica sono i resti della Bbc, Buffon (42), Chiellini (36) e Bonucci (33), oltre ai non più verdissimi Cuadrado (32), Ronaldo (35), Szceszny (30), e il terzo portiere Pinsoglio (30). In mezzo ci sono i due brasiliani Alex Sandro e Danilo (29 anni), e Ramsey (29).

Quindi al punto 1. possiamo affermare senza riserve che l’obiettivo è stato raggiunto.

Al punto 2. a parere di chi scrive, l’obiettivo è stato raggiunto. Le rescissioni di Higuain e Matuidi, le cessioni con varie formule di prestito di De Sciglio, Douglas Costa e Rugani, sono state importanti per abbassare il monte ingaggi che passa da circa 250 milioni annui a poco più di 200 milioni annui. In rosa ci sono ancora ingaggi monstre come quelli di Ramsey e Rabiot, (ma entrambi parametri zero), oltre a quello di CR7. L’unico neo è rappresentato dalla mancata soluzione del problema Khedira, ma nel complesso si è operato bene. C’è chi storce il naso per tutti i prestiti secchi e il fatto che la Juventus non abbia incassato nulla da queste cessioni, ma ha solo risparmiato gli ingaggi. È vero, ma questa era una sessione di mercato davvero complicata e difficilissima, nella quale pochissimi sono riusciti a incassare e a spendere.

Il punto 3. è invece quello di più difficile valutazione. Al netto dell’avere un allenatore esordiente, e quindi esprimere una considerazione solo sulla rosa, e solo sulla carta, la rosa appare in effetti un po’ più competitiva di quella della stagione passata, anche se non in modo eclatante. Molte scommesse da verificare a fine anno, ma sulla carta la Juventus affronterà la nuova stagione non certo indebolita per via delle partenze di Pjanic, Higuain, Matuidi, Costa, Rugani e De Sciglio. Alcuni tra questi giocatori sono stati degnamente sostituiti e dubitiamo possano suscitare rimpianti di ogni sorta.

C’è però il punto 3,5, l’obiettivo terzo e mezzo. Non slegato dal punto 3. finisce per influire sulla valutazione complessiva. In attacco, dopo l’emergenza della stagione passata, si cercavano due punte. Ne è arrivata una (Morata) che per caratteristiche sembra oltretutto più il sostituto di Ronaldo che non il suo partner ideale. Kean avrebbe fatto davvero comodo, ma non è arrivato.

Il problema delle fasce è rimasto tale e quale, con Danilo e Cuadrado a destra, col brasiliano che pare più destinato al ruolo di terzo centrale che non a quello di terzino puro o esterno a tutta fascia, mentre a sinistra rimane il solo Alex Sandro per il secondo anno consecutivo. Anche questo problema nella passata stagione si è palesato mostrando grandi criticità, è quindi un demerito il non averlo risolto.

Avrebbe fatto comodo, forse, anche un centrocampista in più. Complessivamente, i punti 3. e 3,5. ottengono un voto insufficiente, la società non è stata in grado di colmare alcune pesanti lacune della rosa. Non si è ben compreso anche perché la società abbia inseguito insistentemente Chiesa, quando le priorità erano, sempre a parere di chi scrive, altre. Nell’ordine, un terzino sinistro, un centrocampista (magari un regista per offrire a Pirlo la possibilità di giocare con altri moduli) e un attaccante.

Per giungere a una conclusione e dirla in modo brutale, si parla di obiettivi centrati e altri mancati, in sostanziale equilibrio. Tutto sembra riuscito a metà, di qui il bicchiere. Chi scrive si ostina a volerlo vedere mezzo pieno, vuoi per il ritrovato entusiasmo che Pirlo è stato in grado di portare, vuoi per il complessivo ringiovanimento e la cessione di alcuni giocatori che erano diventati delle grosse palle al piede. Pur con qualche perplessità e comprensibili dubbi, che ci porteremo fino a fine stagione. O meglio, #finoallafine.