Grazie all’atteggiamento un po’ spregiudicato del Bologna, che cerca di difendere in posizioni alte del campo, senza troppe preoccupazioni di concedere spazio dietro agli avversari, la Juventus in questa gara non ha dovuto faticare troppo per creare chiare occasioni da gol. Infatti abbiamo visto una partita con tanti attacchi in campo aperto, situazioni sui cui i bianconeri sono praticamente andati a nozze.
L’utilità di Arthur
Con Arthur e Bentancur in campo, schierati come mediani molto vicini tra di loro, McKennie può giocare più alto e verticale. Grazie a un costante movimento senza palla la Juventus è riuscita fin dai primi minuti a saltare il pressing del Bologna.
I compagni trovavano Arthur libero con grande facilità, grazie alle qualità del brasiliano che è dotato di grande tecnica e pulizia nei passaggi, ma è bravo anche a smarcarsi per offrire linee di passaggio pulite ai compagni per farsi servire. E con Bentancur accanto a fare da doppio-mediano il Bologna faticava a pressare in mezzo al campo. I due si trovano bene tra di loro. Arthur ha toccato tantissimi palloni gestendo il possesso egregiamente, temporeggiando o verticalizzando a seconda dei casi. Bentancur gli ha consentito anche di proiettarsi in avanti, occupandosi delle transizioni difensive, recupero dei palloni persi e marcature preventive.
La qualità di Danilo
L’altro brasiliano utile in rifinitura è stato Danilo. Il difensore si è più volte proiettato in avanti, smarcandosi tra le linee aiutando la Juventus a trovare un uomo libero per bucare il pressing del Bologna, che mai ha saputo leggere i suoi movimenti. La Juve ha quindi potuto riempire spesso la trequarti avversaria con dinamismo e fluidità. Solo la mancata lucidità e precisione in zona gol ha tenuto in gara il Bologna in primo tempo dominato dai bianconeri.
McKennie, il guastatore
Come detto in principio, la Juve è stata brava a ribaltare velocemente l’azione. In questo il contributo di McKennie è stato fondamentale a dir poco. Nonostante il texano sia anche un ottimo recuera-palloni, compito che svolge bene in ripiegamento difensivo, in fase di possesso va ad occupare lo spazio tra le linee. Il moto perpetuo dell’americano offre sempre una soluzione di passaggio ai compagni, in particolare modo ne ha approfittato Arthur, servendolo con i tempi giusti.
Il lavoro di Kulusevski
In coppia con Ronaldo, lo svedese ha dovuto lavorare nel ruolo inconsueto di prima punta, perché Ronaldo svariava continuamente. Kulusevski ha quindi occupato la zona centrale dell’attacco giocando spalle alla porta. Spesso impreciso e scarsamente lucido nell’ultima scelta (come già visto in altre gare) Kulusevski ha però fatto un lavoro importantissimo alle spalle della porta, creando tanti spazi per i compagni, giocando di sponda e provando a lanciare i compagni in profondità.
In sostanza si sono visti numerosi passi in avanti, quel che ancora manca sono la concentrazione nell’arco dei 90 minuti, che tende ad abbassarsi e risalire fluttuando nel corso della partita, e in generale gli approcci, a volte alla gara intera (come visto contro l’Inter), altre volte solo in un tempo, come in questo caso dove alla ripresa la Juventus, che non ha monetizzato opportunamente il primo tempo, ha concesso al Bologna azioni pericolose in cui poteva rischiare il pari.

