Recentemente c’è stato l’anniversario della scomparsa di Gianni Agnelli, il diciottesimo. Lo hanno ricordato in tanti dal nipote Lapo Elkan ai calciatori come Claudio Marchisio. Agnelli è stato uno tra i più importanti industriali della storia della Repubblica, tuttavia è nella sua veste di presidente della Juventus che vogliamo ricordarlo.
Attività che lo ha reso anche una delle figure più influenti nell’intera storia dello sport. L’avvocato, come tutti lo chiamavano impropriamente, fu celebre per la sua signorilità, eleganza, ironia e cultura sportiva. Fu lui a proiettare il club nel futuro trasformandola in una società indipendente a capitale privato. Agnelli fu presidente solo dal 1947 al 1954. Poi divenne presedente onorario fino al 1994, anno in cui trasferì le sue cariche al fratello Umberto, restando tuttavia la figura più influente nel club fino alla sua morte, nel 2003.
Una storia d’amore durata oltre 50 anni, nel corso dei quali la Juventus ha collezionato titoli su titoli, ha visto passare tra le sue fila campioni indiscussi e giocatori di primo piano, anni conditi di una infinità di aneddoti alcuni dei quali leggendari, come le telefonate alle 6 del mattino ai capitani in carica della squadra, da Boniperti a Del Piero. Benché la sua figura pubblica di industriale altoborghese dalle frequentazioni aristocratiche fosse tutt’altro che popolare, per la Juventus e i suoi tifosi (ma non solo) fu un personaggio amatissimo. Il suo legame con la squadra andò oltre i ruoli e gli impegni.

Personaggio impossibile da sintetizzare o ricordare in poche righe, è stato il perfetto esempio del presidente-icona, simbolo d’elezione di una squadra di calcio e primo tifoso. I suoi commenti a margine delle partite diventavano sempre celebri aforismi indelebili. Una storia intrecciata con quella dei campioni del calibro di Boniperti, Sivori, Paolo Rossi, Cabrini, Platini, Del Piero, ai quali fu sempre vicino in un modo tutto suo.
Gianni Agnelli ha finito per essere non un presidente, ma Il Presidente, nel cuore e nei ricordi di tutti i tifosi bianconeri. Che per questa ragione continuano a testimoniargli un affetto sincero che resiste nel tempo. Il nipote Andrea, figlio di Umberto e attuale presidente della Juventus, è riuscito in una impresa storica, cara anche allo zio Gianni, anzi ben oltre le aspettative, ben 9 scudetti di fila, col decimo ancora in palio. Nonostante questo, il personaggio di Andrea, così austero, aziendalista e distaccato, è meno amato di Gianni, che pur con signorilità ed eleganza ineguagliabile, era capace di accendere i cuori.

Questo il comunicato col quale la Juventus ha voluto ricordarlo:
“In pochi, davvero in pochi, la nostra storia l’hanno scritta come l’Avvocato, che se ne andava proprio oggi, 18 anni fa. La Supercoppa, vinta pochi giorni fa, gli avrebbe regalato un sorriso e strappato, probabilmente, un commento destinato a diventare eterno. Scenderemo in campo pensando a lui, che è sempre nei nostri ricordi, nel nostro presente e nelle nostre vittorie”.

