Non capisco tutta questa voglia di mandare via Ronaldo. C’è una parte della tifoseria masochista che lo ritiene un problema. Abbiamo uno dei due migliori al mondo, almeno fino all’ultimo round di Giambions e invece di godere della sua presenza, non solo lo mettiamo in discussione, ma lo vorremmo allontanato, venduto, svenduto. Tralascio i benefici economici della sua presenza che a detta di esperti dovrebbe essere stata ripagata, Ronaldo ha una media goal impressionante (capocannoniere indiscusso in serie A) in una squadra che non segna. In teoria le due cose insieme rappresentano un matrimonio perfetto. Se non fosse che nell’ ultimo mese Ron è stato il fantasma di se stesso. A questo proposito ho una teoria.
Alcuni, inclusi l’amico appiccicoso, sostengono che Ronaldo sia vecchio e stanco. Mi domando come si faccia ad invecchiare in un mese. Fino a poco tempo fa Ronnie fulminava i portieri con tiri di rara potenza e precisione, saltava in alto piu’ di Michele Jordan per colpire di testa. Adesso e’ un vecchio decrepito, un peso. I suoi muscoli d’acciaio si sono improvvisamente arrugginiti? Parliamo di uno che mangia la pizza e poi assalito dai sensi di colpa si mette a fare flessioni per smaltire la caloria in eccesso. Un professionista esemplare additato da tutti come un esempio, un’ispirazione nel modo di concepire la professione del footballista con cura maniacale. Eppure ci sono segnali che basterebbe cogliere. Ronaldo mostra una certa insoddisfazione in campo, grida, si lamenta, se la prende con se stesso e con i compagni. Possibile che sia andato fuori di testa?
Torniamo indietro nel tempo. Sono notizie di un mese che come al solito prendo per vere, non avendo altre fonti a proposito. Ronnie si trova bene a Torino. La Gina fa ginnastica con vista sulla Mole. I bambini fanno sport e presumo vadano a scuola. La villa è stata adattata alle sue esigenze, c’è spazio per tutti anche per le varie Fiat Panda in colori differenti possedute dal fuoriclasse. I giornalisti non rompono le balle e per i weekend si può andare in montagna o raggiungere lo yacht nel mare di Liguria. Poi ci sono i famosi 31 milioni elargiti da Madama che non guastano. I record battuti si sommano di giorno in giorno. Ronnie attraverso il suo amico e superprocuratore fa sapere che vorrebbe rinnovare. Un anno in più allo stesso modesto salario. La Juve riceve, ma le difficoltà del momento sono schiaccianti, mancano gli introiti da stadio, incerta la situazione dei diritti Tv e, dulcis in fundo, la squadra è stata eliminata dalla competizione regina, l’amante fedifraga di una zebra innamorata. Non solo ma la qualificazione alla prossima è tutt’altro che certa.
Normale che a Torino non abbiano gridato con l’entusiasmo dei tempi migliori. E qui entriamo nel campo delle supposizioni. Qualcosa sembra si sia rotto. “Ma come io sono il Re, gioco in una squadra che non mi merita, ti faccio aumentare il fatturato e con i miei followers decreto il successo della Giuve sui social media, accetto di parlare con un muto, poi ti offro di rinnovare, e tu ci pensi? Tradimento!”. Un colpo dritto al cuore di uno che sembra un robot, ma che in questa occasione pare di una umanità molto terrena. La notizia sembra dilagare, la squadra ne viene a conoscenza. E le conseguenze in campo si notano. Chiesa e Morata fanno da soli. Kulu si inerpica nei suoi pertugi senza vedere sua maestà. Ronnie detta il passaggio, ma la palla non arriva. E allora il buco diventa una voragine. Le critiche si sprecano, i giornali si mettono in modalità spagnola. Il Re si sente ferito. È di oggi la sua risposta: “Non si cancella la storia! I veri campioni non si rompono!”. Sono convinto che Ron si rialzerà e riprenderà da dove ha lasciato. Ma la ferita è aperta e le titubanze della dirigenza continuano.
Vendere Ronaldo e liberarsi dell’ingaggio sarebbe la via più facile, ma anche la più dannosa. Diverso è il caso in cui il Ronaldo deluso decida che ne ha abbastanza. Lui ha 270 milioni di followers, la Juve sommando i vari supporti ne ha 40. Chi ci perderebbe a livello commerciale? E a livello sportivo chi la butta dentro? Senza i suoi goals saremmo da settimo posto, la vera dimensione di questa Juve e di questo allenatore. Ho scritto questo ragionamento lo scorso sabato e la risposta sul campo è arrivata. Ronny non è forse fuori dal buco nero, ma un passo lo ha fatto. È una vicenda in evoluzione rapida visto il post con la maglia del Portogallo che è un autentico colpo al cuore. Ora sono io che mi sento tradito. Siamo ai titoli di coda e all’inizio di un ridimensionamento. Allargo la teoria al caso Morata. Anche nel suo caso siamo di fronte alla mala gestione degli uomini che caratterizza questa dirigenza di inetti.
La crisi sembra coincidere con le voci di mercato. Il dubbio sul riscatto. Non discuto sul dubbio in sé, ma alle notizie su di esso. Morata è tornato alla Juve riducendosi l’ingaggio, è stato accolto come un figliol prodigo, si è sentito a casa finalmente dopo un lungo peregrinare che mai lo aveva convinto. Moratone non è un Cuor di Leone, ha bisogno della coccola e ciononostante ha i suoi periodi. Ma se ne metti in dubbio il riscatto, mini le sue certezze, lo allontani. Rimpiango i tempi in cui delle intenzioni di Madama non si sapeva un rispettosissimo ‘azzo. Tempi in cui l’Avvocato chiedeva di Vieri e Moggi che lo aveva già venduto lo rassicurava. Oggi si sa tutto di tutto, tutto filtra, calcio liquido sul campo e direzione liquida fuori che perde tante informazioni quante la cascata del Niagara. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Sperando di sbagliarmi.
di: Juvehigh
