L’ottimismo di Willy

L’ottimismo di Willy

Partendo dal fatto che l’essere ottimisti o il contrario è solo un tratto del carattere di una persona, e quindi non c’è nulla di sbagliato nell’essere l’uno o l’altro ed è invece sempre legittimo in entrambi i casi, mi appoggio all’ultimo pezzo di Willy Signori su Juventibus, come sempre ricco di interessanti spunti di riflessione, per fare alcune considerazioni. Metterò qui alcuni stralci, ma consiglio comunque la lettura dell’intero articolo che trovate a questo link.

…sono sereno e fiducioso nei confronti di chi è riuscito a creare un ambiente in grado di vincere per ben 9 anni consecutivi. Nove anni…”

Nel clima post-bellico che regna sovrano dopo il Benevento, Willy si dice ottimista su chi è riuscito a creare un ambiente in grado di vincere, se ne deduce che si tratti di Andrea Agnelli. È una considerazione sulla quale mi sento di concordare, nonostante sia impopolare perché sul presidente, tra i social e i commenti in questo sito, ne ho lette di ogni genere. Ma il presidente è, e rimarrà per sempre, quello dei nove consecutivi. Il resto è irrilevante, perché è così che sarà consegnato alla storia, che lo si ami o lo si odi.

Io sono riconoscente ad Agnelli e non solo per gli scudetti vinti ma per la dimensione complessiva che è riuscito a dare alla Juventus, raccogliendo le ceneri del post-calciopoli. Non era facile, anzi era difficilissimo, e lui lo ha fatto. Applausi. Quindi che sia una persona in grado di creare un ambiente vincente è un dato oggettivo. Il ragionamento di Willy sembra partire dal pressupposto che Agnelli non è solo la storia, i nove scudetti, il passato della Juventus, ma anche il futuro.

Su questo ho un dubbio che viene forse dal mio rigore. Se fosse ancora Agnelli al timone non avrei certo problemi, tuttavia ritengo che per una questione di forma, ordine e coerenza quando una persona commette degli errori gravi, si renda poi necessario fare un passo indietro. Che Agnelli si dimetta non è il mio desiderio, è solo quel mio rigore formale, e forse anche morale, a farmi ritenere che sia un atto dovuto. Dopo nove anni di vittorie, si potrebbe obiettare, quali sono questi errori imperdonabili?

Cito lo stesso Willy che in un altro articolo scrive che questa nave imbarca acqua da almeno un paio d’anni. Ed è vero. Le scelte sbagliate o discutibili riguardano l’ultimo biennio, dopo la sbornia delle due finali e di Ronaldo. Non ripeterò qui la lista delle scelte che ho ritenuto sbagliate o poco accorte, tutti conoscono la mia opinione in merito, mi limito invece a constatare che quando tali scelte per di più si personalizzano, si rendono proprie, gli si mette sopra il cappello, impersonando il presidentissimo decisionista, poi bisogna farlo allo stesso modo quando c’è da tirare le somme. E agire di conseguenza.

…Di Andrea Agnelli abbiamo sempre apprezzato le capacità di gestione aziendale, mai quelle calcistiche. Per quanto ne sappiamo il presidente potrebbe non capirne nulla di pallone…”

Willy scrive questo per dire che c’è necessità di fare ordine e che il presidente debba fare il presidente e basta, tornando a una netta divisione dei compiti di modo da eliminare il caos che si è visto fin qui e che poi rende anche difficile attribuire responsabilità, che siano meriti o colpe. Così come il Ds deve fare il Ds e se sbaglia paga ma deve sbagliate con le sue idee, non con quelle di altri (il presidente). Tutto questo, per altro pienamente condivisibile, delinea come la gestione di questi anni sia diventata una gestione un po’ troppo amicale, da amici del calcetto insomma.

…Scendendo nella scala gerarchica, in panchina ci deve tornare un allenatore. Non un amico.
L’amicizia nel lavoro troppo spesso appanna la vista, assottiglia i confini, rende difficilissimo tirare una riga e fare onestamente i conti…”

A rincarare la dose, Willy evidenzia una volta di più quale sia il problema degli amici. Persino in panchina è stato messo un amico al posto di un allenatore. Paratici, Nedved, Pirlo. Ma anche Chiellini e Buffon. Gli amici del presidente. Insomma un presidente aziendalista che via via ha perso la bussola fino a trasformarsi in familista. Personalmente condivido questa visione, che aggrava ulteriormente il mio personale punto di vista, a causa del mio personale rigore di cui sopra.

…e poi i giocatori: inutile tenere in rosa chi non ne ha più, anche se sono amici, anche se hanno scritto pagine storiche. Se l’inchiostro è finito non c’è niente da fare…”

Penso anch’io che Agnelli non si dimetterà, e questo farà sicuramente diminuire la mia stima per lui, come penso anche che non verrà rimosso da John. E rimarrà al comando. C’è quindi da sperare che ritrovi e recuperi lucidità e quel bell’aziendalismo che è stato il suo tratto distintivo, scegliendo meglio da qui in poi i suoi nuovi collaboratori, quindi non più attingendo dai gruppi whatsapp vacanze estive e settimana bianca. Forse ha ragione Willy, e il disastro verso cui stiamo viaggiando a vele spiegate in questa stagione, sarà anche ciò che porrà fine al metodo scriteriato che da qualche anno è la politica della Juventus.

Quello che mi fa essere meno ottimista di Willy è la situazione economica, già in sofferenza, che potrebbe peggiorare se i risultati sportivi fossero catastrofici (finire oltre il quarto posto). E quindi d'accordo che Agnelli saprà imprimere i cambiamenti, ma per molti di questi ci vorranno gli strumenti, tra i quali quello principale che è il denaro. Che non dorme mai si dice, ma ultimamente pare invece che sonnecchi abbastanza.