Endgame Sassuolo-Juve 1-3

Endgame Sassuolo-Juve 1-3

«Come una rondine non fa primavera, né la fa un solo giorno di sole, così un solo giorno o un breve spazio di tempo non fanno felice nessuno» scriveva il filosofo greco Aristotele. Non scalda i cuori la vittoria e non è esemplificativa di nulla insomma, dato che il destino dei bianconeri non dipende più unicamente dalle loro gambe. Gambe che però, una volta tanto, sembrano tornare a muoversi.

«Eppur si muove» disse invece Galileo, ma questo fatto semmai fa arrabbiare ancor di più, perché pare un risveglio tardivo e forse inutile a raddrizzare una stagione compromessa da lungo tempo. Certo era la sola e unica cosa da fare e si è fatta, ma «non è ancora il momento di farci i pom*ini a vicenda», diceva Mr Wolf nel celeberrimo Pulp Fiction, quindi restiamo in apnea per ancora due gare.

Vi ricordate di quando Bernardeschi era quello che faceva schifo? E di quando esclamavamo delusi «Ah, ma Verona Crotone e Benevento…»? Beh dopo che Bernardeschi si è replicato per 22 come il Signor Smith di Matrix, e le gare buttate sono diventate così tante da non entrarci in un paragrafo, è molto difficile trovare entusiasmo e speranza. E se la speranza è l’ultima a morire, non siamo ancora morti.

Scusatemi, evidentemente è il giorno dei detti popolari e le citazioni letterarie-storiche-cinematografiche, e se anche ce ne sarebbero di cose gradevoli da riscontrare {il buon ritmo del primo tempo, Rabiot, il rigore parato e la multinazionale col 7 che oltre ad aumentare i fatturati pare ricordarsi del campo di calcio}, non si riesce a gioire abbastanza, come fosse la terza partita del campionato.

Sembra davvero incredibile che quel pugno di sfavatissimi e sfaticati incapaci degli ultimi mesi siano improvvisamente diventati bravi, attenti, reattivi e pure talentuosi. Vedi Dybala, CR7, Chiesa e Kulusevski insieme e danno quell’idea di qualità della quale non c’è stata traccia per tempi immemori. Segnale questo, che ciò che è andato storto quest’anno vada ricercato davvero in profondità, negli abissi della psiche.

La prossima c’è l’Inter e come se non fosse già impegnativo solo questo, ci tocca anche un ulteriore esborso di energie per gufare Napoli, Milan e Atalanta. «Gufi o allodole?» dice il detto, okay è l’ultimo e che siate allodole o gufi, leoni o gazzelle, opossum o crotali, stasera per lo meno si va a letto senza pena. Buonanotte sognatori. Ah comunque, molto più Traoré che Locatelli, se proprio dobbiamo. Capito, Cherubini?