L’anno dei miracoli

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«...Craxi mangia coi tentacoli, muore Berlinguer e Maradona è al Napoli...»

Una citazione in apertura, un verso del brano 1984 del rapper sardo Salmo per chiedersi se sarà questo l’anno dei miracoli. Nessuno ci crede, la Juventus è povera e indebitata, il suo presidente è indebolito dalle vicende Superlega & Co, e l’assetto societario è un rebus. Cherubini al posto di un Paratici logorato da Suarez e forse un manager come Arrivabene nel ruolo di Ad. E una sessione di mercato in cui pare che il colpo più importante con cui lustrarsi gli occhi sarà Manuel Locatelli dal Sassuolo.

Non sappiamo nulla. Questa è la verità, inutile girarci intorno. In questo scenario, visto anche il ritorno del figliol prodigo Max Allegri, pensare al miracolo è dura, durissima. La tanto agognata rivoluzione, «cambiare tutto perché nulla cambi», altra citazione stavolta giusto un po’ più elevata. Ovvero rifare la Juve dalle fondamenta per tornare a vincere e stravincere, per lo meno in casa nostra. Ma è davvero necessario? Riflettiamoci su, perché alcuni elementi lo consentono.

La rosa della Juventus ha svariati problemi che qui tutti conoscono ed evidenziano dalla notte dei tempi, uno tra questi era l’anzianità. Sotto questo aspetto la rivoluzione è in realtà cominciata la scorsa stagione, dove il vituperato Paratici tra mutui, fideiussioni e ogni altro strumento finanziario e legale disponibile, è riuscito a fare un mezzo miracolo portando diversi giocatori la cui carta di identità è piuttosto verde. Quindi in questo campo non c’è da rifare tutto, ma solo qualcosa.

In difesa abbiamo Bonucci che ci terremo a vita e Chiellini che pare ringalluzzito dall’arrivo del conte Max e voglia restare un altro anno. Poi Demiral dato per partente al 99% per fare plusvalenze. Anche se Chiello restasse, l’affidamento che si può fare su di lui è scarso date le condizioni fisiche, e Max è un pragmatico, e ricordiamo che lui pretendeva ben 5 centrali. Quindi se parte il turco uno arriva, forse Milenkovic, quindi giovane che parte per giovane che arriva. De Ligt sarà inamovibile e attorno a lui ruoteranno gli altri giovani e meno giovani.

Danilo, Cuadrado e Alex Sandro ragazzini non lo sono più, ma nemmeno stanno a cascando a pezzi e almeno un paio di stagioni le garantiscono, se innestano un nuovo terzino sinistro giovane il gioco è fatto. Il centrocampo è già il nostro reparto più giovane. L’innesto del solo Locatelli potrebbe non bastare, ma l’ipotesi di un altro centrocampista di qualità in entrata è remota, a meno di cessioni. Si è parlato di Bentancur, Rabiot (l’unico che terrei) e da qualche giorno persino di Arthur.

Insomma sognare Aouar, Pogba, Gravenberch o Van de Beck non è consentito tranne che non ne parta un altro dato che Locatelli arriva al posto di Ramsey (quasi) sicuro partente. L’attacco è un rebus vincolato dalle posizioni di Ronaldo e Dybala. Se restano entrambi, dopo il rinnovo di Morata, si cercherà la famosa quarta punta, ma non sarà un grande nome come Vlahovic o simili. Più facile un Milik o un Dzeko con tutte le controindicazioni del caso, età, ingaggio, condizioni fisiche e altro ancora. Lo svecchiamento quindi o sarà parziale o non ci sarà affatto.

I vari Chiesa, Kulusevski e Bernardeschi sulle corsie laterali sono giovani e a parte l’ultimo, anche prestanti. Se parte il carrarese qualcuno lo sostituirà, o forse il tocco magico di Max lo farà tornare un giocatore di pallone. In quel ruolo chiunque arrivasse è difficile pensare a un anziano, non è posizione adatta a chi non corre più, quindi non c’è un gran rischio di vedere rottami. Più grande è il rischio di non vedere alcun cambiamento invece. Mentre imperversano le nuove Notti Magiche dell’europeo, toccherà attendere per capire gli sviluppi.

Ma l’anzianità non è il solo problema. L’altro, ben più difficile, è il ritrovarsi e il ritrovare compattezza e prestazioni decenti dopo anni (almeno 4) di scempio. C’è un però: la Juve di Allegri i primi tre anni giocava e giocava anche bene. Faceva bella figura in Europa e tritava tutti in Italia. Ora la concorrenza si è attrezzata e sarà diverso, ma forse il pragmatico Max una quadratura la trova, e forse non assisteremo alle gare asfittiche e terrificanti del suo ultimo biennio logoro.

Quindi il miracolo è ancora possibile. Max dei Miracoli, come il personaggio di un altro noto film di successo per ragazzini, anche quello piuttosto pragmatico, cinico e beffardo. Se la Juventus si ritroverà ed esprimerà di nuovo un buon gioco, lasciando perdere Guardiola e i suoi discepoli, sarà un passo importante. E magari torna a vincere. Le macerie finanziarie del Covid saranno superate lentamente, non certo con un colpo di spugna, mentre gli arabi comprano tutto quello che si può comprare.

Ma se la rosa già abbondantemente svecchiata sarà puntellata con altri innesti di belle speranze, why not? Perché non credere che la Juventus si libererà di Rugani e De Sciglio, prenderà uno o due centrocampisti, una punta, e un terzino? Dopotutto siamo stati a dire un anno che la rosa attuale con un altro allenatore diverso da Pirlo avrebbe lottato per lo scudetto anche in questo 2020/2021. L’allenatore diverso c’è, se si colmano alcune delle lacune storiche, voilà, il miracolo è servito.