L’eterno ritorno

L’eterno ritorno

Io un pensierino a Dani Alves lo farei. Perché no? In fondo, a guardarle a ritroso, il leit motiv che caratterizza le ultime annate della Juve è quello dell’eterno ritorno. Tradotto in termini di calcio mercato, anzi in termini psicanalitici, potremmo chiamarla aboulomania. Una forma di disordine mentale che porta a forme di indecisione patologica. Va bene, non si scherza su queste cose, specie nell’era del risentimento e della ipersuscettibilità. Ma con Perin, De Sciglio, Rugani e Allegri abbiamo fatto un bel poker, questo non si può negare. Con Pjanic, pokerissimo. Non tornerò sull’annosa questione del progetto, ma questi viaggi di andata e ritorno sono, se non la prova provata, un forte indizio: non c’è progetto alcuno. Si dirà: non tutti resteranno, qualcuno è solo di passaggio. Può essere: ma la morale non cambia di molto.

Quattro anni fa Bonucci, reduce dalle sgabellate di Allegri, decide di andare a spostare gli equilibri a Milano. La ciambella non riesce esattamente col buco e l’anno successivo il buon Leo torna a casa come Lessie. Torna lui e parte Higuaín, in prestito. Prima al Milan, poi, dopo pochi mesi, al Chlesea. Ma non dura neanche lì e, dopo un anno, anche il Pipa è di ritorno. Ora, a quanto pare, è la volta di Miralem Pjanic. Ritornerebbe dopo un anno in cui non ha quasi mai visto il campo. Dal punto di vista economico potrebbe persino essere un’operazione sensata. Dal punto di vista tecnico o era poco sensata la sua cessione o è poco sensato il suo ritorno. Tutto questo viavai di giocatori avviene sullo sfondo del ritorno più clamoroso di tutti, quello di Allegri.

Potremmo metterla sul ridere e bearci del fatto che tanti giocatori siano così smaniosi di tornare alla Juve, oppure ricordando che Douglas Costa è ancora nostro: chissà, se non va bene col Gremio potremmo riprenderlo noi. Scherzi a parte, dobbiamo ammettere che questo continuo smentire se stessi è un po’ disorientante. Ci sono delle circostanze attenuanti, d’accordo, non è il caso di fare del qualunquismo calcistico. Del resto, con un po’ di buona volontà, le attenuanti si trovano sempre. Resta forte l’impressione che si stia navigando a vista. Anzi: non solo a vista, ma in tondo.

P.S. Premesso che il mercato non è finito e che fino all’ultimo sono possibili sorprese, io sono particolarmente curioso di vedere se mai Arthur e Pjanic giocheranno mai insieme. In due hanno carisma, garra e personalità quanto una tibia di Chiesa, non voglio immaginare se in mezzo a loro dovesse esserci Bentancur o, peggio mi sento, Ramsey. A naso, mi sembra un’accoppiata lontana anni luce dal calcio di Allegri; eppure confesso che, follia per follia (Bernardeschi mezzala, Ramsey regista),  due in mezzo al campo che, con tutti i loro limiti, danno del tu alla palla, non mi dispiacerebbe vederli.