La prima gara del post-Ronaldo, l’anno-zero, l’inizio di una nuova era, si rivela essere una sconfitta in casa contro l’Empoli. L’Empoli. Con tutto il rispetto del caso, perché sono stati più squadra di una Juventus liquida e liquefatta (Pantone 19-1116), ma cosa si può dire senza ripetere (e ripetersi) su problemi arcinoti che si avvitano su se stessi da lunghissimo tempo? Niente.
E quindi via, parliamo ancora di un nostro titolare che risponde al nome di Bentancur che è buono per la seconda parte della classifica. Sì, del campionato uruguagio. Di Dybala che fa mezz’ora buona e poi si perde nei meandri della sua delicata psiche, e magari lo perdessimo anche noi, anche a zero, a uno, a due. Di un centrocampo senza capo né coda e una difesa (che è in teoria il punto forte dell’Acciuga sul Galeone) che è ancora la Gola Profonda di Linda Lovelace. Ma senza godimento.
Di McKennie e Bernardeschi non diciamo nulla? E di Morata e Allegri? Dopo l’affaire Ronaldo c’era chi scriveva «povero Empoli», tutti a immaginare reazioni rabbiose e sfracelli vari. Come se Ronaldo fosse la moglie violata di ogni calciatore di questa squadra. Resta comunque il mistero di una rosa che è sì colma di lacune e problemi, soprattuto in mezzo al campo (e da ieri non solo lì), ma che in teoria dovrebbe bastare a fare la Serie A. E giocarsela con le altre teste di serie.
Due partite e un punto, peggior avvio da settant’anni, l’avventura dell’Allegri bis parte nel modo peggiore immaginabile e con una formazione preparata sotto mescalina. Il solo Chiesa, come sempre del resto, si salva da questo avvio thriller, nella quale il centrocampista meno-peggio è stato l’unico non-centrocampista, con tutti i limiti del caso. Non ci resta che aspettare le scuse di Bonucci su Twitter e Instagram, poi gli ingredienti per il prossimo flop ci sono tutti. E psicodramma sia.
