Con l’entusiasmo per le prime due bellissime partite, la classifica che sorride, l’onda lunga della soddisfazione post-mercato estivo, con un pugno di titolari assenti per varie ragioni, ancora felici e rasserenati dalle politiche societarie in risposta alle belle idee della Fifa sui calendari, e il pensiero che il calcio è per fortuna ancora di noi tutti e non di qualche cattivo che fa il bagno nell’oro [nero], ci apprestiamo ad affrontare il Napoli al Diego Armando Maradona.

La domanda, che solo i più maliziosi, complottasti, ditrologisti e beceri avrebbero l’ardire di porsi è: sarebbe stato uguale a parti invertite? O qualche Asl sudamericana (sì, abbiamo scoperto che i brasiliani hanno l’Asl anche laggiù), sarebbe intervenuta per non falsare il campionato di Serie A? Che il calcio sia di tutti, ma di qualcuno un po’ di più, è un sospetto che aleggia nei circoli segreti della carboneria calcistica, ma nessuno ci crede per fortuna.

Quindi andiamo a Napoli, orsù, andiamo a conquistare Napoli, torniamo coi loro scalpi e le loro pelli. Torniamo a casa con il nostro scudo in mano, oppure sopra di esso. Dopotutto siamo la Juventus, e siamo più forti delle avversità, che per altro non ci sono, va tutto bene. E chi se ne importa se Dybala è in quarantena per Covid e Chiesa ha lasciato uno straccetto di muscolo in Nazionale. Andremo comunque a comandare! Cosa può succedere? C’è anche Ramsey.