«Se obbedissi al primo impulso, passerei le giornate a scrivere lettere di ingiurie e di addio» diceva Emil Cioran. Eviterò di farlo stasera, ma anche senza cedere agli impulsi è impossibile per me non notare quanto le parole e il pensiero del grande filosofo rumeno siano perfette per la Juventus. Tanto per intenderci, era uno che scriveva che «l’ottimismo è una mania degli agonizzanti».
E ci vuol poco a puntare il dito e urlare «Allegri, Allegri» ma un livello così basso e scadente, non può essere responsabilità di uno. Quando si giunge a tanto, è sempre un largo insieme di cose a non funzionare come dovrebbe. Certo il tecnico sbagliato nel momento sbagliato ci mette sicuro del suo, e di solito funge anche da parafulmine e capo espiatorio, anche se difficilmente stavolta andrà così.
La dirigenza dovrebbe essere la prima a presentarsi al banco degli imputati, perché le scelte evidentemente le hanno sbagliate proprio tutte. Ma sappiamo che per loro le cose funzionano diversamente che per gli altri, e non saltano mai teste se non dopo cicli lunghi anni. Qualcuno dirà che sono già passati, vero, ma evidentemente non abbastanza perché cadano presidenti. Al massimo qualche Ds.
Abbiamo poco da raccontarci anche sui giocatori, sono tutti nazionali e blabla, perché se quelli che sono con noi da più tempo non ne hanno più, sono psicologicamente esausti e privi di ogni motivazione, anche i giovani non si inseriranno mai correttamente, difatti appaiono del tutto spaesati. Compresi quelli di maggior talento, Chiesa sarebbe l’esempio più fulgido, ma ce ne potrebbero essere altri.
Poi ci sono quelli ritiratisi dal calcio giocato anzitempo, ma ancora a libro paga, quelli che «manco in B», e altro ancora. Insomma la rosa non è all’altezza. Di cosa? Neanche del quarto posto probabilmente, ma oggi hanno ragione a dire che parlare di obiettivi è completamente fuori di testa. Qualcuno nutre la speranza che il capro espiatorio per eccellenza, il mister, salti al più presto.
Io credo che non succederà, a meno di dimissioni spontanee, e se un nuovo mister potrebbe forse darci finalmente identità e un gioco anche elementare, non so comunque quanto in alto potrebbe arrivare, se tutte le componenti attorno a lui non sono al loro posto. Tutte quelle vittorie per 1-0 hanno ingannato, incluso chi vi scrive, che pensava stupidamente fosse il primo step di una possibile serie.
È evidente che non è così, e il mister non ha in mano la squadra. E la squadra è in un limbo, ormai perennemente bloccata tra la fine di un ciclo un nuovo inizio che non si riesce mai a innescare. Allegri sembrava quello giusto per dare forma, quadra e compattezza, nella mente di Agnelli, per altri era l’uomo più sbagliato per il compito. Certo, difficilmente ci si aspettava un disastro così.
Vedremo cosa succederà con la certezza che dopo che te le suona l’Hellas Verona, bene non potrà andare, adesso o nel breve termine. Perché come diceva il caro Emil Cioran, giusto per chiudere il cerchio con coerenza e stile, «quando, al risveglio, si ha la luna per traverso, è inevitabile che si approdi a qualche scoperta atroce, anche soltanto osservandosi». Arrivederci.
