È stata una brutta partita, di quelle che si trascinano stanche, e stanchi sembravano difatti i nostri. Forse a causa degli impegni ravvicinati, e nonostante una fase centrale del primo tempo che sembrava mostrare una buona intensità. Ma poi nel secondo è stato chiaro che era una classica da 0-0, oppure al massimo ci sarebbe stato un gol di scarto su qualche episodio per una delle due squadre (e infatti).
La Juventus deve far fronte al forfait contemporaneo di Bonucci, Chiellini e Szczesny, quindi dentro Perin e Rugani e nel secondo tempo anche Pellegrini per Alex Sandro che si aggiunge alla lista degli infortunati. Allegri ripropone il 4-4-2 storto con Rabiot in posizione di ala sinistra. L’episodio in realtà finisce per essere l’espulsione di Milenkovic, che cambia necessariamente l’assetto della Fiorentina.
Cambia anche un po’ l’inerzia della gara, con la Juventus ci prova un po’ di più (Chiesa spacca una traversa). Ma ci vuole il più classico dei gol degli ex per rimetterla a posto: Juan Guillermo Cuadrado, entrato al posto di Rabiot per raddrizzare il 4-4-2 e il risultato, buca Terracciano al 90′. Si va alla sosta con tre punti in più, ottima la gara di McKennie, segni di miglioramento per Morata, male Dybala.
Vistoso passo indietro rispetto a quanto apprezzato nella gara di Champions contro lo Zenit, aldilà del risultato e l’evidente modestia dell’avversario la Juventus sembrava avere finalmente uno spartito tattico e ci aveva messo una grande intensità, mentre oggi sembravano tutti avere i postumi del martedì grasso. In più il mister non ha dato continuità al 4-4-2 canonico. Forse questa sosta, una volta tanto, ci fa bene.
