Universi paralleli

Universi paralleli

Sappiamo dagli scienziati che la realtà contempla la possibilità che esistano infiniti universi paralleli. In uno di questi c’è uno studio di Sky in cui l’altra sera era presente in collegamento il Presidente della Juventus (PJ) al quale il Giornalista Sportivo (GS) di turno ha chiesto di commentare le dichiarazioni post-partita di Umberto Marino, direttore sportivo dell’Atalanta. Ecco la trascrizione del dialogo. Il video è disponibile su YouTube nella dimensione parallela.

GS. Buonasera Presidente, ha ascoltato le dichiarazioni di Marino? Cosa ne pensa?

PJ. Buonasera a voi e agli ascoltatori. Guardi, so bene che nella narrazione mediatica la Juve come fa, sbaglia. Qualunque cosa io dica ora, questa cosa verrà usata contro di me. Ne sono consapevole. Potrei liquidare le dichiarazioni per quello che sono, delle sciocchezze cui non vale nemmeno la pena di replicare. Però il fatto stesso che voi le abbiate raccolte e che ora mi chiediate di commentarle, significa che la polemica è già bell’e apparecchiata. E questo dice tutto di qual è la cultura sportiva oggi in Italia e, perdonatemi, il giornalismo sportivo ha qualche responsabilità in questa deriva. 

GS. (risentito) Presidente mi scusi ma noi facciamo il nostro lavoro, riportiamo le dichiarazioni di Marino così come lui le ha rilasciate. Questa sua accusa mi sembra gratuita e…

PJ. (conciliante) No guardi, non se la prenda, non ce l’ho con lei. Mi spiace solo che si parli così poco di calcio giocato e che ogni lamentela abbia così tanta eco.

GS. Tra l’altro avrà visto che Marino ha avuto un confronto piuttosto acceso con il nostro Luca Marelli.

PJ. Per carità. Il punto è che io sono qui e fatalmente mi trovo coinvolto in una polemica arbitrale. Com’è possibile? Io trovo sconcertante che dopo una partita così bella, con così tante occasioni da gol (quasi una quarantina di tiri in porta, uno ogni due minuti!), che dopo una partita così la prima cosa di cui si discuta siano gli episodi arbitrali.  È sconcertante, anzi, visto che questa sera abbiamo lasciato da parte la diplomazia, mi lasci dire, è una vergogna che dopo una partita del genere l’allenatore di una squadra non si presenti ai microfoni e che la prima cosa che ha da dire il dirigente mandato al posto suo sia una lamentela per un presunto rigore. Trovo che questo modo di porsi sia poco rispettoso e poco sportivo. Lo sarebbe persino se ci fosse qualche ragione per recriminare su un episodio. Ma questo approccio, lo dico con tutta la pacatezza del mondo, è sintomo di una patologia tutta italiana. Nella mia cultura sportiva un risultato è giusto per definizione. Di sicuro solo da noi, lo dico con tutto il rispetto per il signor Luca Marelli che è bravissimo, c’è un tale proliferare di arbitri- commentatori che vivisezionano ogni decisione dei loro ex-colleghi. Si parla più di rigori dati o non dati che di calcio giocato. La follia della situazione è che in questo contesto la logica è lose-lose, uno ha solo da perdere a infilarsi nel ginepraio delle discussioni sugli episodi arbitrali. Se tace, lascia la narrazione nelle mani di chi piange, allude, si lamenta come Marino; se risponde, si abbassa al livello della rissa da bar.

GS. In sostanza, lei non ritiene ci sia nulla da rispondere nel merito a Marino?

PJ. Mi permetto di risponderle che la sua domanda è mal posta e dimostra quello che ho appena cercato di spiegare. Non c’è nessunissimo rigore, ma non è questo il punto. Io pongo innanzitutto una questione di metodo. Se Marino dice che c’era un elefante rosa che volava sul campo, voi non venite a chiedermi un commento sull’elefante rosa di Marino, gli chiedete di che diavolo sta parlando. Se poi a tutti i costi mi volete far entrare nel merito della partita, vi dico che l’arbitro ha arbitrato bene, ma che se proprio ci deve essere qualcuno che può lamentarsi, quella è la Juve.

GS. (visibilmente soddisfatto) Dunque anche lei ha delle recriminazioni da fare.

PJ. No. Vedo che non usciamo dalla logica della polemica arbitrale. Non sono io che sono andato davanti alle telecamere a lamentarmi dell’arbitro. Non lo facciamo mai. Ma se mi costringete a stare al gioco di chi vuol raccontare di una partita falsata dall’arbitro, io dico che manca forse un giallo al nostro portiere (ma non credo, secondo me non commette nemmeno fallo) e un rosso a un giocatore dell’Atalanta. Dovevamo essere noi, probabilmente, a giocare 11 contro 10: liberi voi di immaginare che partita sarebbe stata. Sapete meglio di me che l’Atalanta ha un gioco molto fisico, esattamente un anno fa con loro abbiamo perso Arthur per non so quante giornate a causa di un intervento, diciamo così, un po’ troppo rude, oggi ho visto molti falli tattici sistematici, interventi di Freuler o Demiral che non sono stati nemmeno sanzionati… però mi tocca sentire Marino che va in tv a recitare la parte di quello danneggiato. Qualche anno fa ci fu in piena area un fallo di mano di Toloi, volontario e col braccio disteso sopra la testa, tipo schiacciata da pallavolista, insomma una cosa clamorosa. Qualcuno se ne ricorda? A parti invertite vedremmo i replay ancora oggi. Dovevamo andare in tv a fare la piazzata? Di sicuro non ricordo né Gasperini né Marino dire “sì, siamo stati fortunati con la decisione dell’arbitro”. 

GS. Sì be’, forse ai tempi non c’era ancora la VAR e in ogni…

PJ. Ma noi non facemmo recriminazioni, a prescindere. Mi scusi se l’ho interrotta, ma mi lasci dire una cosa a scanso di equivoci, anzi due. Primo, mi rendo conto che il regolamento può essere complicato e che il protocollo della VAR, paradossalmente, possa renderlo ancora più incomprensibile ai più, per cui può essere necessario un esperto che lo spieghi meglio. Trovo però diseducativo che la discussione sui cosiddetti episodi arbitrali occupi tanto spazio e, soprattutto, che venga fomentata in modo artificioso da chi ha interesse a sollevare polveroni. Il problema non si risolve con ulteriori discussioni, ma riducendole al minimo, perché quello che vogliono è appunto il polverone. Si diceva che con la VAR sarebbero finiti i processi del lunedì, mi pare invece si siano moltiplicati per due. Quanto a stasera, perdonate lo sfogo, capisco che la Juve fa audience ma non possiamo accettare di fare da alibi per chiunque la voglia buttare in caciara. Avrei potuto dire le stesse cose in molte altre occasioni, è capitato stasera. Forse ci sono rimasto male più del solito proprio perché da altri questo tipo di atteggiamento me lo aspetto. Non che mi faccia piacere, ma so che alcuni ci campano, avvelenando il clima post partita, e noi non possiamo scendere a quel livello tutte le domeniche. Spero di confrontarmi presto con il presidente Percassi, a cui mi lega un rapporto di stima e di amicizia. Spero che in futuro potremmo venire qui a parlare un po’ di più di calcio giocato. Grazie e buon lavoro, buonasera a tutti. (Sorride, toglie gli auricolari e se ne va).