La cosa più triste

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Durante la conferenza stampa post Genoa, ho ascoltato per la prima volta la domanda intelligente di un giornalista [Tomaselli, Corriere della Sera] che ha chiesto: «Mister, l’ottimismo per la prossima stagione, deriva dal mercato che sai che andrete a fare? Perché le basi di cui parli spesso, definendole buone, fatichiamo a vederle».

Centro! Il bravo Tomaselli ha sollevato quella che per me è la questione delle questioni. Che Juventus sarà quella della prossima stagione? Dal momento che, la frase prossima stagione la sentiamo da mesi dallo stesso Allegri, come se nello spazio tra il 1° giugno e il 15 di agosto accadrà un qualche miracolo che cambierà sostanzialmente le cose.

Qual è questo miracolo? La squadra comincerà finalmente a giocare a calcio? Il baricentro si sposterà venti metri [facciamo pure trenta] più avanti? Non soffriremo più maledettamente il Venezia di turno? Smetteremo di difendere un 1-0? O, più semplicemente, arriveranno Pogba, Di Maria, Perisic e qualche altro nome, e che si arrangino tanto son bravi?

Sono più portato a credere che, come Tomaselli suggeriva, sia la seconda. E intendiamoci, c’è una buona probabilità che i risultati migliorino, e pure che si torni a lottare per lo scudetto. Se l’allenatore riuscirà a registrare la difesa, avrà qualche innesto adatto alle sue necessità, e la squadra crescerà in personalità ed esperienza, certi pareggi visti quest’anno diventeranno vittorie.

Ma il nostro modo di stare in campo, resterà pressoché quello di oggi. Quello sarà l’atteggiamento, il mood. E la cosa più triste, per me che guardo ogni partita, è proprio questa. Non che la stagione sia fallimentare, non le finali perse e il quarto posto preso per i capelli. O il dodicesimo attacco del campionato. O nessuno scontro diretto vinto. O mai una vittoria con più di un gol di scarto. Non si può sempre vincere, specialmente quando si deve ricostruire.

Altro tema spinoso questa ricostruzione, molti pensano che doveva iniziare dopo Cardiff e il ritardo accumulato dopo diverse false partenze sia ormai grave. Tra brodini allungati, scelte sbagliate, continue partenze e ritorni. Altri pensano diversamente, ma quello che mi stupisce è il fatto che Max Allegri sembri godere di un credito che a nessun altro è concesso.

O che abbia sempre tutti gli alibi. Perché Sarri e Pirlo furono cacciati [e linciati sulla pubblica piazza-social] per molto meno. Quindi non so perché con risultati peggiori sotto ogni punto di vista, il livornese prenda una conferma. Certo cambiare allenatore ogni anno è schizofrenico, e la società sembra una volta tanto essere tornata a una programmazione e a idee più chiare.

Ma questa idee e questa unità di intenti, sta tutta intorno alla figura di Allegri. Un cosa è certa, dopo la sessione di calciomercato, vedremo anche se quel progetto iniziato con l’ultimo anno di Paratici sulla linea verde, gli acquisti futuribili e la politica del contenimento dei costi [vedi Chiesa, Locatelli, Vlahovic e lo stesso Zakaria], avrà un seguito o meno. Si accettano scommesse.