Juventus-Benfica è la nuova partita fondamentale della stagione. Ma anche no.
È una partita decisiva per il prosieguo della campagna europea. Ma anche no, contrordine compagni, non è decisiva, al limite importante.
È una partita da vincere, ma anche no, non c’è vergogna a stare 0-0 al primo tempo con la Salernitata (un minimo di imbarazzo sullo 0-2, neanche?), figuriamoci con il Benfica, che è una squadra portoghese che come tutte le compagini lusitane al solito sanno metterci in difficoltà. Ma anche no, ha il tecnico tedesco quindi sarà una macedonia di stili ed intenti.
L’importante è segnare, ma anche no, se non si segna l’importante è non farsi segnare, nell’ottica del vecchio adagio acciughiano non perdere le partite che non puoi vincere.
All’insegna della coerenza (hic!), Acciuga nella conferenza di ieri secondo me ha fatto implicitamente chiarezza sulla sua tabella di marcia per l’approdo agli ottavi: due vittorie col Maccabi (ah!), partita senza rischiare troppo stasera in una insolita (ROFL) situazione di emergenza per le troppe assenze, per poi giocarsi tutto alla gara di ritorno all’Estádio da Luz sperando che per fine ottobre sia rientrato qualcuno, e gran finale con la passerella in casa con i parigini all’insegna del macheccefrega machecce’mporta, 10 punti e si passa. Ma anche no…?!
Pare che Acciuga possa confermare il 352 che tanto bene aveva fatto con i campani, poi si difende a tre (ma anche no, non aveva detto che lui non difende mai a tre? S’è sbagliato, ieri?), si costruisce in tre o quattro ma anche no nel senso che non si costruisce un cazzo, insomma, ne metto un po’ e s’organizzassero.
Fuori (ancora) Locatelli, Rabiot e (anche) Sandro, a rischio (pure) Cuadrado, c’è comunque Di Maria che se serve lo fa entrare per dare una scossa alla squadra e una stirata all’adduttore.
I portoghesi sono in striscia positiva da 11 partite all’insegna della vittoria, quindi per la legge dei grandi numeri potrebbero festeggiare la dozzina nell’infernale bolgia (eh?) dello Stadium. Ma (speriamo) anche no.
Roger Schmidt, tecnico tedesco ma non della nouvelle vague che si sta imponendo ultimamente negli esoneri, è comunque un seguace del gegenpressing ossessivo (fortuna, non dovremo dannarci per regalargli il pallone, se lo riprendono da soli) e schiera le sue squadre con linea arretrata a quattro (a tre in non possesso) e poi davanti facessero un po’ come gli pare, prediligendo il lavoro degli esterni (bei tempi quando ciavévi Mané al Salisburgo, eh?).
La vedo già sudata, stasera. Ma anche no. Peggio.
Juventus in campo con: Perin; Danilo, Bonucci, Bremer; Cuadrado, McKennie, Paredes, Miretti, Kostić; (il giovane ed inesperto) Vlahović, Milik.
Il Benfica schiera:
Vlachodimos; Gilberto, Silva, Otamendi, Grimaldo (attenzionato dal nostro scouting, se ce ne segna otto lo prendiamo); Fernandez, Florentino; Neres, Rafa Silva, Joao Mario (ueeeeé, chi si rivede! Già partiamo sotto di uno); Ramos.
