Fratelli bianconeri, benvenuti alla nuova partita più importante della stagione prima della prossima (che è con l’Empoli)!
Dopo essere stati presi a schiaffoni in terra santa compromettendo definitivamente la qualificazione agli ottavi Champions, quel turno al quale arriviamo spesso da favoriti e altrettanto spesso usciamo tra mille perché (perché ci hanno fatto il mazzo?, perché non abbiamo fatto un tiro in porta?, perché avevamo settordici infortunati?, perchéperchéperchéperchéperché? – ad libitum, Socci Style), non possiamo permetterci un passo falso in campionato pena il rischio di non riuscire a provare di cercare di tentare di tornare a lottare per vincere. Del resto sarebbe soltanto il settimo in dieci partite (ma ne mancano ancora 32 31 30 29 28 alla fine della tortura del campionato, ci ha ricordato Acciuga, c’è tutto il tempo e tutto si può fare, perché a lui piacciono le sfide difficili. Anzi, quasi quasi ne perdo un altro paio sennò m’annoio).
Nel frattempo il Presidente è salito su una DeLorean DMC12 e per trovare la soluzione alla crisi di risultati ha puntato il cruscotto al 26 ottobre 1985, in piena epopea Rozzi, Gaucci, Anconetani, ma soprattutto di quell’Angelo Massimino che parrebbe aver suggerito al nostro di preoccuparsi dell’amalgama (e di dove gioca).
Reimpostato il timer ai giorni nostri e atterrato alla Continassa, Agnelli ha ordinato perentorio il ritiro punitivo per tutta la truppa, con obiettivo Riscoprire il DNA!
Dopo cinque minuti si sono ritirati infatti tutti a casa loro, con la promessa che il giorno dopo non si preoccupi dotto’, senz’altro, come no, ma che scherziamo, ceeerto che torniamo e tutti in punizione nel club privée Chez Pavel (a e i o u ipsilon! Brriiiisgittebbardò bbardoooò…).
A proposito di numeri, in una conferenza stampa dai toni sempre più dimessi Acciuga ne ha approfittato per rilasciare en passant l’aggiornamento alla pubblicazione È molto semplice. Le mie statistiche accazzo (Minnesota Edizioni), affermando che nelle ultime sette partite in cui s’è corso di più ne abbiamo vinta una mentre invece nelle sette in cui s’è corso di meno ne abbiamo vinte addirittura tre. Indovina un po’? Ecco bravo. Nelle ultime sette in cui abbiamo corso di meno ne abbiamo vinte… Una. Contro lo Spezia. Poi ne abbiamo perse 4 (Milan, PSG, Maccabi, Benfica) e pareggiato con la Salernitana. Il totale fa sei, ma ci sarebbe pure quella col Monza dove eravamo uno in meno e non so se farla contare.
Ma sotto quell’espressione triste Maccs covava il furore della vendetta.
Si narra di faccia a faccia tra giocatori, tecnico e dirigenza, di stracci e gatti morti lanciati addosso, di urla e minacce reciproche, ad un certo punto si è addirittura paventato il rischio di interruzione del torneo serale di Fortnite, allarme poi rientrato dopo una serrata trattativa.
Nel mentre infuriava la battaglia, l’ultimo senatore trovava il tempo di scrivere un’accorata lettera sul significato del derby per la Juve, parlando però solo di quanto si senta torinese (le gite al Valentino, le biciclettate in riva al Po, gli spritz e le gare di coppini in piazza), di come abbia avvisato la società che c’è il derby ed è la quattrocentesima fate un po’ voi se non me fate gioca’ ve do fògo alla palestra, di come pure il figlio tra un arrivo di CR7 e un addio del Gallo Belotti sia diventato ormai juventino e non più granata (poi magari ritorna del Toro, in famiglia so’ bravissimi in questo), ecc.
Sembra quasi uno che abbia paura di arrivare alla Continassa e scoprire che il badge non funziona più.
Comunque, siamo a poche ore dalla partita. Sulle testate impazzano le formazioni più svariate, io butto lì la mia.
Szczęsny; Danilo, Bremer, Sandro; McKennie, Locatelli, Paredes, Rabiot, Kostić; Vlahović, Kean.
È quella perfetta per farsi ammazzare cacciare.
Il Toro, lui sì ad una delle due partite più importanti della stagione, per la quale si è adeguatamente preparato facendo un punto nelle ultime quattro giornate, ci aspetterà con mazza e randello così distribuiti:
Milinković-Savić; Djdiji, Schuurs, Rodriguez; Lazaro, Lukic, Linetty, Vojvoda; Miranchuk, Vlasić; Radonjić.
Comunque, in questo periodo difficile dobbiamo aggrapparci alle poche certezze che abbiamo: se vince, resta; se perde, pure. Mettetevi l’anima in pace.
