Anteprima Juventus-Empoli

Anteprima Juventus-Empoli

Benvenuti alla partita più importante della stagione di oggi, perché se non si dà continuità alla vittoria col Torino non serve a niente.
Dopo il derby della svolta, partita che mi ha definitivamente convinto a cambiare il mio impianto perché evidentemente continuavo a vedere qualcosa di diverso rispetto a quanto poi mi capitava di leggere, una feroce e ritrovata Juve, forte del virile abbraccio iniziale e accompagnata dal solito foltissimo e ruggente pubblico, torna a difendere le mura dello Stadium, questa volta dall’assalto di quell’Empoli che già un anno fa fece il pieno palleggiandoci in faccia per buona parte della gara.

Acciuga tiene a farci sapere che sarà una partita difficile perché è una squadra veloce e tecnica che impegna fisicamente, e per batterli bisognerà mettersi al pari loro perché alla lunga poi vengono fuori i valori. Se si pensa di vincere facile poi si batte il muso. Che già è corto di suo, un’altra botta e diventiamo un carlino. Tradotto: er Murena è vivo e difende con noi.

Del resto il livornese ha tenuto a ricordarci (ah-ha!) come siano finiti i bei tempi delle Folies Bergère con il crollo drastico dei gol e un ritorno alla serenità claustrale dopo i baccanali orgiastici in quei mesi di stadi vuoti, in cui nessuno dagli spalti ti teneva sveglio sul pezzo e se serviva ti urlava UOOMOOOO, normale che si torni verso la normalità (l’ha detto, sì, l’ha detto).

Eh già, perché il nostro è un pubblico, evidentemente, di vocazione difensivista: non sta lì ad incitarti per segnare qualche gol di più, ma per prenderne di meno, per tornare a coprire virginalmente le pudenda, una platea di Braghettoni di volterriana memoria che non vuole più rivedere quelle turpitudini a porte chiuse ma tornare a quella monasticità tanto a lungo predicata dal sommo sacerdote del mai scoprirsi, soprattutto in pubblico, e se proprio si deve lo si faccia alla missionaria, con la coperta fin sopra le scapole: non lo fò per piacer mio ma per dar un gol a dio!

E a guardare le cifre effettivamente non gli si può dare torto.
Oddìo, insomma… Normalità sempre a modo suo eh…
I 1.055 gol della scorsa stagione sono 69 in meno della precedente e addirittura 72 meno del 2019/20 (in cui andrebbe ricordato che due terzi della stagione si giocarono comunque a porte aperte e in quelle 26 partite la media fu di 29,2 gol, mentre al ritorno in campo dopo il lockdown nelle 12 rimanenti questa crollò a 21,7). Resta però da capire come mai i gol dell’anno scorso siano sempre 61 in più del 2018/19, 122 in più del 2017/18, 13 in più del 2016/17, 139 in più del 2015/16, e così via (il massimo, i +143 sulla stagione 2011/12, che nel mio personalissimo calendario sancisce l’inizio della nuova era calcistica post settimi posti).
Non siamo ancora riusciti a tirarci su le mutande per bene oppure magari questa normale normalità non c’entri, semplicemente, un cazzo, in un trend che parla di un aumento costante delle reti segnate nel corso dell’ultimo decennio?
Insomma, anche a ‘sto giro il Covid conta solo quando gli pare, per cui aggiornamento settimanale della rubrica Le mie statistiche accazzo: fatto!

Giusto per curiosità: discorso contrario per quei notoriamente zozzoni della Premier League, che in assenza del loro pubblico voyeurista in quel quasi biennio di porte chiuse si sono infatti depressi, arrivando a segnare -48 (l’anno scorso) e -38 (due anni fa) gol rispetto all’epoca prepandemica, ma una volta riaperti al pubblico i postriboli, hanno ricominciato a marciare a cazzo ritto e pronti a infilarsi in qualsiasi porta in qualunque modo (l’anno scorso a un solo gol dal record degli ultimi 10 anni, i 1.072 gol del 2018/19).

Difficile invece capire come sia effettivamente andata tra i machisti spagnoli: è vero che in quel biennio di siesta si arrivano a segnare -165 e -176 gol rispetto alle abituali orge in salsa catalana prima dell’avvento dello malo morbo, ma è anche vero che queste, rappresentate idealmente con il superamento della barriera dei 1.000 gol, è dal 2017/18 che non si vedono più, in parte anche a causa del progressivo abbandono di certi grandi protagonisti del porno d’autore (per dire, nel 2017/18 Messi, Suàrez e CR7 in tre fanno 90 gol). Insomma, pare si siano belli che ammosciati.

Ma vabbe’, ci siamo rotti i cojoni abbastanza co’ ‘sti numeri, torniamo alla partita.
Acciuga si lamenta che non ha cambi; che vorrebbe far riposare i suoi in vista della prossima partita più importante della stagione; che McKennie sta con la schiuma alla bocca ma tanto lui corre e che Cuadrado la schiuma l’ha pure finita e tra l’altro non corre manco più ma che Paredes bisogna valutare perché la schiuma evidentemente non ha ancora capito come si fa; e comunque con quelli che si trovan nel parcheggio si farà una grande partita. Non ho avuto il coraggio di andare a verificare le altre volte in cui l’ha detto come sia effettivamente finita, ma ho una sensazione.
Ma soprattutto, il Mister si è accorto che gli altri corrono. Cazzo, ai tempi suoi erano fermi per strada a guardare passeggiare la Juve, e adesso invece corrono? Ma come si permettono? E lo fanno pure con intensità, ‘sti cornuti.

Quindi, che fare? Metterci a correre anche noi stasera oppure riservare energie per martedì? Non lo so io, figuriamoci lui. O al contrario, che è uguale.
Quindi Juve in campo con:
Szczęsny; Danilo, Bonucci, Sandro; Cuadrado, Locatelli, Paredes, McKennie, Rabiot; Vlahović, Kean.

L’Empoli agli ordini di Mister Zanetti potrebbe presentarsi con:
Vicario; Stojanovic, De Winter, Luperto, Parisi; Haas, Marin, Bandinelli; Baldanzi; Destro, Satriano.
Occhi puntati sul nostro Koni che un po’ per gli infortuni dei colleghi di reparto, ma un po’ anche per le sue solide prestazioni, si sta prendendo sempre più spesso la maglia da titolare, nonostante all’età sua dovrebbe stare ancora tra i pulcini, ‘sto scostumato.