Anteprima Juventus-Lazio

Anteprima Juventus-Lazio

Eccoci qua, ultima partita dell’anno e, ovviamente, la più importante della stagione almeno fino al 4 gennaio quando andremo a mangiare il torrone a Cremona (del Torrazzo ci frega poco, a quelle altre ci pensa Nedved).
Allo Stadium si presenta l’ultimo tecnico scudettato in bianconero, quel Sarri secondo in classifica con una Lazio al solito ondivaga ma sicuramente più sul pezzo rispetto all’anno scorso, con l’obiettivo di mantenere la posizione e soprattutto regalarci un dispiacere e farci passare due mesi d’inferno a malapena leniti da quelle sirene di mercato che da qualche giorno (per la serie i destini incrociati) hanno ricominciato a far risuonare il serbo canto che dalle pratose colline laziali periodicamente si solleva.
E se Maurizione Arrivabene negli scamiciati peplum di Circe vestito a tutti suggerisce di turare le orecchie di mollita cera ché non vi possa penetrar la voce che poco lungi da un monte di putrefatti corpi e pelli marcite (la stanza di Folletti, in fondo a destra) s’alza, Acciugheo invece mai sazio e per nulla intimorito dalla circense (tzé!) sceglie il diletto di udirne la voce, ricordando però a tutta la sala stampa prima d’esser legato all’albero e i piedi stringati che a canta’ da lontano so’ tutti bbòni, ma i calciatori veri si vedono solo quando portano la croce.

«I giocatori vanno allenati, mi hanno insegnato una cosa che mi porto dietro, che i giocatori per dare giudizi definitivi vanno allenati, perché a volte vedi giocatori che sono in un certo modo, poi l’alleni sono in un altro e viceversa.»
È una grande verità, quella che ci racconta Allegri parlando di Milinković-Savić.
E infatti quanti falsi miti e presunti fenomeni abbiamo visto finalmente smascherati dal gabbionaro in questi anni, non ultimo quel Vlahović ormai quasi retrocesso a coglioncione e sfaticato di periferia dopo essersi finto per diversi mesi come uno dei migliori prospetti tra gli attaccanti giovani? Qualche settimana di sportellate solo in mezzo a tutti ed eccolo qua, il fenomeno, facce ride’…

Acciuga ci spiega che se la partita col Verona è stata difficile perché è una squadra che corre e la mette sul piano fisico, quella con la Lazio sarà invece difficile perché loro non corrono ma palleggiano. Per fortuna pare che non dovremmo metterci al loro livello ma se nessuno la sblocca nei primi dieci minuti sì, potrebbe comunque diventare una partita brutta. Tutto questo cercando di non gettare alle ortiche quanto fatto negli ultimi cinque turni, un filotto di successi (quattro con squadre della parte destra della classifica e non senza difficoltà) che ci ha portati a ridosso delle zone nobili del torneo e che, in caso di sesta vittoria, potrebbe consegnarci un ruolo da prima inseguitrice impensabile solo poche settimane fa. Oppure risprofondarci al quinto se Sor Tuta ci dovesse fare lo scherzetto.

La Lazio, con la seconda miglior difesa e un solo gol subito in trasferta da inizio torneo (pareggio 1-1 con la Samp), arriva con tre assenze pesanti, Immobile, Zaccagni e Lazzari (volendo quattro, con Patric), che la costringeranno a schierare nuovamente Felipe Anderson come falso nueve (una mia amica dice anche falso giocatore, ma vabbe’) affiancato da Pedro e con tutta probabilità ancora dal ventenne Cancellieri.
Ovviamente ad assenze anche noi non stiamo messi meglio, ma dei nostri ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. Vlahović probabilmente non sarà neanche convocato, mentre dovrebbe esserci il ritorno di Chiesa dopo il turno di recupero e la conferma di Di Maria, o almeno della sua figurina (anche se probabilmente ritratto con la maglia dell’albiceleste).
Fossi Acciuga preferirei mettere subito in chiaro la situazione, schierando l’argentino titolare assieme a Milik e cercando di mettere in banca al più presto il possibile, salvo poi parcheggiare l’autobus per difendere il fortino contro una squadra priva di punte di ruolo e inserendo Chiesa nel finale per approfittare eventualmente di qualche mezzo contropiede.
È probabile invece che confermi Miretti fuoriruolo e magari lo affianchi a Kean, provando a spaccare la partita nel quarto d’ora finale (salvo essere costretti al doverla recuperare già prima).

Juventus che si dovrebbe schierare con:
Szczęsny; Bremer, Bonucci, Danilo; Cuadrado, Fagioli, Locatelli, Rabiot, Kostić; Milik, Di Maria.
Lazio in campo con:
Provedel; Hysaj, Casale, Romagnoli, Marušić; Milinković-Savić, Cataldi, Vecino; Cancellieri, Felipe Anderson, Pedro.

Per una volta faccio mie le parole di Acciuga: non fatemi passa’ male ‘sti due mesi, limortaccivostra.

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