Anteprima Napoli-Juventus

Anteprima Napoli-Juventus

Dopo mesi di partite cruciali per la stagione, finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo e affrontare un match per nulla decisivo, o almeno così ce l’hanno venduto i tecnici delle due formazioni, impegnati nel testa a testa per il premio ScaricaBarile dell’anno con il corollario di Fuffalandia che in questa decina di giorni si è equamente divisa tra «Chi ha da perdere è solo la Juve» e «Chi ci guadagna comunque è il Napoli».
Non mi esimo e illustro il mio punto di vista (aiutàme addì ‘sticazzi, lo so).
Per me è decisiva solo per le sorti dello scudetto, una vittoria della Juve riaprirebbe inequivocabilmente una stagione che prima della sosta mondiale aveva già visto cucire sulle maglie azzurre il tricolore in un tripudio di miccette. Metterebbe sicuramente sotto pressione psicologica il Napoli, che in un paio di partite avrebbe visto il suo vantaggio sulle inseguitrici più che dimezzarsi con ancora 20 match da giocare e, nel caso, dovrebbe essere bravo Spalletti a ricucire certezze, compito nel quale non ha mai dimostrato grandi doti. Senza dimenticare che sarebbe comunque squadra in grado di girare verosimilmente a 47 punti avendo affrontato tutti gli scontri diretti (Juve esclusa) in trasferta nel girone di andata, vincendoli tutti escluso quello con i cartonesi.

Viceversa, una sconfitta in casa della prima in classifica dopo otto vittorie consecutive non potrebbe minare convinzioni che del resto non abbiamo mai avuto (regalando invece a loro una sorta di definitiva consacrazione), senza contare che un risultato negativo non comprometterebbe ovviamente la classifica in ottica CL, ancora una volta obiettivo stagionale dichiarato per chi, parole sue, solo per caso siede sulla panchina della Juve. Un po’ come l’anno scorso, salvo poi scoprire nel tempo che alla vittoria contro i cartonesi come punto di svolta della stagione ci credeva.
Tornare però a -10 ritengo che chiuderebbe definitivamente le nostre speranze di giocarcela per il titolo, improbabile pensare ad un crollo dei partenopei nel girone di ritorno con cavalcata trionfale dei nostri, in stile 2015/16. Tra l’altro, se facciamo un paragone con quella stagione, alla 17a giornata avevamo meno punti di oggi (33 contro 37), ma eravamo già più vicini alla prima in classifica (i cartonesi che avevano 36 punti, non i 44 della capolista attuale).
Poi ci sono diversi modi di vincere e perdere, farlo di corto muso o in larghezza porta con sé differenti percezioni dell’impresa.

Ma vabbe’, tanto qui si deve vivere alla giornata, quindi ‘sticazzi della filosofia e pensiamo alla 18esima.
Recuperato Bremer, resta il rompicapo di come arginare i napolisti. Attaccarli alti ci espone al loro fraseggio, con il rischio di spezzare la squadra in due e lasciare praterie per Osimhen (un possibile uno vs. uno con Sandro mi atterrisce) & Co.; attenderli nella nostra area di porta un po’ come hanno fatto i cartonesi, oltre a farci passare dei brutti quarti d’ora lunghi un’ora e mezza, non ci garantirebbe quelle ripartenze per mancanza di interpreti (e anche di preparazione tecnico/tattica) che la seconda squadra di Milano invece ha potuto mettere in campo una decina di giorni fa.
E sarà una partita che potrebbe fornirci idee più chiare anche dal punto di vista della solidità difensiva: nella striscia di otto vittorie consecutive non abbiamo affrontato squadroni che tremare il mondo fanno, a parte la Lazio (quel giorno priva di Immobile e con Romero, Felipe Anderson e Pedro nei tre davanti) e i cartonesi (con le occasioni clamorose di Lautaro, Džeko e Dumfries in rapida successione nel primo tempo che potevano dare un segno diverso a quel match), quindi il pregresso di clean sheet non mi fa certo dormire sonni tranquilli, in almeno la metà di queste partite non aver preso gol è stata più una questione di culo che di bravura.
Ah, e poi ci sarebbe la solita fascia destra, croce (per noi) e delizia (per gli altri) di questa stagione.
Personalmente mi giocherei Chiesa a destra fin dall’inizio, almeno per creare dei grattacapi a Kvaratskhelia (non sta giocando alla grande dopo la sosta) e Rui per non fargli prendere il controllo di quella fascia e arrivare come treni a ridosso della nostra area, poi esaurita l’autonomia dell’ex viola inserirei Di Maria, che invece partendo dall’inizio contro gente fresca garantirebbe un apporto difensivo forse inadeguato.

Sono però sicuro che Acciuga schiererà la formazione tipo di questi ultimi tempi con la sola integrazione del Fideo legato al guardrail laggiù e con Milik ex di turno a fare da trait d’union tuttocampista centroboa col resto della squadra, quindi:
Szczęsny; Danilo, Bremer, Sandro; McKennie, Locatelli, Fagioli, Rabiot, Kostić; Di Maria, Milik.

Il Napoli, che alla ripresa non è sembrato scintillante come fino a prima del mondiale (ma attenzione: potrebbe anche essere un aspetto legato alla preparazione durante la sosta, con un richiamo importante effettuato nella prima decina di dicembre in Turchia e le doppie sedute fino alla pausa natalizia), arriva in formazione tipo:
Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia.

Vada come vada, sarà l’ultima partita da Presidente di Andrea Agnelli. Nove anni di vittorie (più uno) non sono mai banali né casuali, quindi a lui va comunque un ringraziamento. Poi lunedì c’è Report.