Endgame Napoli-Juventus 5-1

Endgame Napoli-Juventus 5-1

Eppure sembrava quasi che ci fosse speranza. Dopo aver subito il dominio del Napoli per mezz’ora abbondante, con due gol presi, il finale del primo tempo in cui si è andati vicini al pari, lasciava immaginare un secondo tempo diverso. Invece il bagno di realtà è arrivato ben freddo. Basta una squadra forte quanto il Napoli, a far vedere come stanno le cose.

E come stanno? Come sempre con Allegri alla guida: una squadra asfittica in attacco, e forte in una difesa di trincea, ma solo fin quando le avversarie sono inferiori. Quando si alza il tiro, la musica cambia, e tutta questa forza difensiva sparisce e la trincea mostra tutti i suoi limiti. Un tempo, quando in Italia tra noi e le avversarie c’era una distanza siderale, questa formuletta semplice semplice bastava per vincere gli scudetti.

Ma quando andavi in Europa la realtà veniva a farti visita. Oggi non occorre andare in Europa, basta la Serie A, perché non è la stessa Juve di Buffon e Barzagli, e non è lo stesso Napoli, ma neanche lo stesso Milan o la stessa Inter. Le avversarie sono più forti, la Juve è più debole. Quindi la realtà ti bussa una sera di gennaio, a Napoli. Ad aver illuso sono state forse le gare contro Inter e Lazio, prima del mondiale.

Sembrava che la formuletta stesse ricominciando a funzionare, nella competizione domestica. Ma non è così, abbiamo incontrato l’Inter in crisi quanto e più di noi e una Lazio che è tuttora un cantiere aperto. Dopodiché, onore al Napoli, l’ho seguito in tutta la stagione ed è oggettivamente superiore, non solo a noi, ma fin qui a tutte le altre. Perdere a Napoli ci sta.

Non ci sta prenderne cinque, sparire dal campo dopo il terzo gol, o vedere sequele di errori individuali gravi nella stessa gara. Con tutto che non ha alcun senso con un punteggio simile mettersi a recriminare su un singolo o un altro, gioco che non mi piace a prescindere, è evidente che non ha funzionato praticamente nulla e che i problemi sono profondi, e arrivano da lontano.