Endgame Juve-Atalanta 3-3

Endgame Juve-Atalanta 3-3

Quando ho ricominciato a correre, circa un mese e mezzo fa, le mie prestazioni erano oscene. Non sono mai stato amante della corsa senza motivo, per correre ho sempre avuto bisogno di una ragione. Un pallone ad esempio. Ecco, metteteci un pallone, e correrò felice per un’ora e passa. Ma correre per correre, davvero non mi ha mai entusiasmato. Poi qualcosa è cambiato. Complici le varie circostanze della vita, che possono rendere davvero difficile l’atto di allenarsi, anche per un uomo volenteroso e sportivo, la corsa senza ragioni è diventata una necessità. Non avevo modo alcuno di fare un altro tipo di allenamento aerobico di pari efficacia, e mi serviva davvero un lavoro cardio da affiancare ad altri tipi di esercizio che svolgo in altri giorni. Il risultato è che mi alleno cinque giorni a settimana, tre dedicati alla corsa e due al resto. 

E va be’. Dicevo dei due aspetti di questa novità, le mie prestazioni oscene e il cambiamento successivo. Le due cose sono strettamente correlate. Difatti proprio a causa delle prestazioni imbarazzanti e della sorpresa che mi hanno procurato [non pensavo che sei mesi di inattività potessero aver causato un tale tracollo], l’orgoglio ha fatto scattare la molla della assoluta necessità di migliorare tale scempio. Via via che progredivo, anche l’idea stessa di correre senza motivo è andata scemando, lasciando il posto a una nuova idea, quella di correre per migliorare la corsa. Non più il pallone o una gara, quello è diventato il motivo, la ragione per cui correvo e… ha funzionato!

Sia perché il mio ego si è potuto gonfiare di nuovo col miglioramento costante e importante delle prestazioni, sia perché correre ha iniziato a piacermi. Adesso non fraintendiamo, non sono  diventato un fanatico, non voglio fare la maratona di New York e non ho quella sensazione di estasi, rilassamento, pace col mondo e tutta quella roba new age mentre corro. No, mentre corro sento fatica, sudore e lacrime, ma è uno sforzo che – al pari di altri praticati in altre discipline sportive svolte nella vita – faccio volentieri, per i benefici che comporta. Per le mie esigenze, sono anche arrivato dove dovevo arrivare, ripeto, non ci sono maratone all’orizzonte, devo fare giusto il mio, e lo sto facendo bene. E sento ancora quella spinta a fare meglio, questo mi motiva da un lato, e mi fa appezzare dall’altro una forma di allenamento che non ho mai amato, a riprova della infinita mutevolezza delle cose.