Né di Venere né di Mart… anzi no, proprio di martedì si gioca, in onore al calcio spezzatino del popolo, in quel di Salerno dove i biglietti dell’Arechi fino all’altro giorno erano quotati alla NYSE, in omaggio all’inutilità della Juventus nel sistema Serie A.
Sospesi in questo limbo dove ciò che è potrebbe non essere e quello che potrebbe essere forse sarà pure peggio, è già complicato per me scrivere due fregnacce, figuriamoci per chi deve scendere in campo e mettersi a correre in mutandoni dietro un pallone.
Che almeno loro li pagano, io aspetto ancora il pullman-bonus che Kim Ki-Glue mi aveva promesso dalla Corea, qui non è arrivato manco un po’ di kimchi.
Comunque, ennesima partita fondamentale della stagione, né più né meno di quelle giocate fino a un mese fa, è cambiata solo la prospettiva, lo scontro diretto adesso è per la salvezza e non per la Champions, come ha ricordato Acciuga in conferenza, ma tanto la qualità è sempre quella di allora, si continuano a prendere schiaffi col Monza ma tranquilli, a ‘sto giro c’è il SAOT, quindi almeno non ci prenderanno pure per il culo come con Candreva, si dovranno inventare qualcosa di nuovo.
Mentre tutt’intorno infuria la battaglia di intercettazioni, bootleg, outtakes, biografie, schedature, con esimi professionisti che in punta di diritto spiegano a loro modo di vedere le incongruenze della sentenza ed altrettanto esimi professionisti che dall’alto della giustizia e dello specchiato curriculum rispondono «slealtà sportiva gné gné gné, seriebbì gné gné gné», ci apprestiamo alla trasferta amalfitana con la solita inscalfibile certezza che ci accompagna ormai da mesi: anche questa non sarà la partita di Pogba.
Oltre a Paredes fuori per zampa d’oca, Bonucci per il ginocchio della lavandaia, Milik per un attacco di gotta, l’artrite del franzoso continua a fare la differenza nel centrocampo Juve, sperando che la prossima sia quella giusta, così almeno avremo la sicurezza che i milioni li abbiamo buttati al cesso senza manco avere il dubbio che sarebbe andata diversamente con lui in campo.
Nel frattempo Lucianone Moggi ci dona due raggi di speranza: un nuovo socio, italiano, che potrebbe entrare in Juventus (soldissoldissoldi chi ha tanti soldi vive come un pascià), ma soprattutto infido insinua che il contratto di Acciuga potrebbe rinnovarsi per due anni in caso di CL. In questo modo implicitamente ci racconta che è un 2+2 (e non un 4x∞)? Oppure non sa un cazzo e vaneggia come è giusto un ottuagenario faccia (almeno quando non va a divertirsi al parco mettendo nei guai Pessotto)? Chi lo sa, a noi non resta che, appunto, sperare. Non so se nel socio, se nei pessimi risultati così da non raggiungere la CL oppure nella giustizia così da raggiungere la serie cadetta, in ogni caso, se tutto va male siamo rovinati per sempre, se invece va bene siamo acciugati per almeno altri due anni. Auguri.
Juventus in campo con:
Szczęsny; Danilo, Bremer, Sandro; De Sciglio, Miretti, Locatelli, Rabiot, Kostić; Di Maria, Vlahović.
Acciuga ha detto che non ha mai visto Vlaho così in forma, manco quando è arrivato dalla Fiorentina, adesso sì che corre leggero, rimbalza praticamente come Giumbolo, è quasi un peccato togliere Kean per mettere lui, ché Moise stava in formissima, aveva giocato splendidamente, ha imparato i momenti… Lo sapete sì, che significa?
Salernitana con il solito arrembante 4312 agli ordini di Mister locaccioloriprendo Nicola:
Ochoa; Sambia, Troost-Ekong, Bronn, Bradarić; Candreva, Nicolussi Caviglia (che ce ne farà almeno uno), Coulibaly; Vilhena, Dia, Piątek.
Ho disdetto pure il Telepass, stasera che me vedo?
Sparatevi, è meglio.
Unica cosa godibile ma che sarà passata almeno duecento volte è Heat, di Michael Mann (Rete4, 21.15, finirà più o meno per le tre de notte). Al Pacino fa il poliziotto, De Niro fa il ladrone, è il primo film in cui i due recitano assieme (entrambi furono già ne Il Padrino II ma non girarono mai sullo stesso set per ovvii motivi cronologici), Mann arrivava da due film a loro modo importanti, Manhunter, imperfetto ma ipnotico (il redde rationem con In-a-Gadda-Da-Vida degli Iron Butterfly!), nel quale vediamo per la prima volta sullo schermo il personaggio di Hannibal Lecter poi reso immortale dalla combo Hopkins+Demme, anche se qui si chiamava Lecktor (sai com’è, noi italiani, se non cambiamo qualche nome accazzo poi ci si sente male) e The Last of the Mohicans (questo inutile che ve lo spiego) con un Daniel Day-Lewis sotto cura da Folletti, bello palestrato ma che alla prima corsa nella prateria s’è stirato il suo piede sinistro mentre correva in soccorso della conturbante Madeleine Stowe.
Sennò c’è Primo appuntamento (RealTime, 21.20), trasmissione ambientata in un ristorantaccio alle porte di Roma in cui casi umani si incontrano a cena speranzosi di fini’ a ficca’ e invece màgnano demmerda, parlano de cazzate e tatuaggi e alla fine sei simpatico/a ma non è scoppiata la scintilla.
Ah! Ferma tutto! Ho capito perché non c’è una mazza peggio de’r solito in tivvù… Stasera parte SANREMO!!!
Ve l’ho detto, sparatevi.
