Anteprima di Spezia-Juventus (-15)

Anteprima di Spezia-Juventus (-15)

Dopo aver rinverdito i fasti europei tenendo assolutamente viva la speranza di poter aggiornare l’elenco di squadre ignobili che ci avranno sbattuto fuori, la Juve torna a tuffarsi nell’incognita campionato con i mini obiettivi fissati da Acciuga: acciuffare le squadre davanti (potremmo addirittura superare l’Udinese – poi dice che non era la squadra rivelazione!), staccare il Real Monza, resistere all’assalto dell’Empoli e, soprattutto, riuscire a segnare tre gol cercando di farne uno solo.

Le parole sono importanti

Aggiornato il database delle statistiche accazzo (con la vidimazione del sempre prontissimo esimio statistico ipertricotico) e definita la corretta esegesi del cortomusismo, è secondo me necessario porre attenzione ad alcune dichiarazioni di Acciuga nella conferenza prepartita.
A un certo punto si parla di Huijsen e il nostro si dice molto contento, anche del fatto che quest’anno ci sono già stati cinque o sei ragazzi in prima squadra e lui è molto contento, e c’è daffa’ complimenti al lavoro della NextGen e per questo è mooolto contento. Contentezza che visibilmente sprizza da tutti i pori.
Ma nel discorso aggiunge qualcosa che forse a diversi è sfuggito: «L’anno prossimo vedremo, ora bisogna pensare a finire quest’anno nei migliori dei modi perché abbiamo ancora molto da giocare. Poi vedremo il prossimo anno chi saranno i ragazzi da tenere in prima squadra e quelli che dovranno andare a giocare».

Parole dette con il tono e il cipiglio di un Gene Hackman alias Rupert Anderson, quando ad una dirigenza giovane (ah!, i quarantenni), impreparata (Scanavino, ma lei è del mestiere?) e troppo ligia alle regole (… eh?) sibilava «Adesso si fa a modo mio… Con uomini miei!», e tre fotogrammi dopo una banda di stagionati delinquenti col distintivo a malapena visibile dietro una pronunciata entasi birrigenia scendeva da vetture giunte scatarrando dai peggiori bar del Mississippi.
Parole dette da chi oggi si sente padre e padrone dei destini della squadra anche per l’anno prossimo, con un chiaro progetto in mente sul futuro della meglio gioventù? Del resto, chi più di un nonno sa qual è la cosa migliore per i nipotini?
Oppure, semplicemente, parole in libertà?
Come citava quel poeta del Sandulli, lo scopriremo solo vivendo. (E sì, ho paura anche io).

Di quel che c’è non manca niente

E quindi si va a Spezia, riviera di Levante, un’oretta da Livorno, odore di salsedine, sentore di gabbione, aria di casa per il nostro condottiero. Contro una squadra tecnica, che crea tanto, campo difficile, partite che non finiscono mai, blablabla. Insomma: fortino. Fine dell’analisi tattica.
Chiesa non sarà della partita, riposo precauzionale per uno che è stato troppo tempo fermo, così come per il Fideo che sarà però tra i convocati. Resta a casa anche Bremer squalificato, mentre i tre che necessiterebbero di una pausa, Locatelli, Danilo e Kostić, saranno probabilmente costretti agli straordinari, a meno di non vedere una difesa completamente riorganizzata in mano a Sandro, una fascia appaltata a un giovinastro e un centrocampo con uno in meno. Appiedato Fagioli (classica ritorsione acciughiana o semplice affaticamento, a seconda dei punti di vista) in favore di culodepiombo Paredes, è sicuro il ritorno in campo di Cuadrado, come quello in panchina di Sua Sciacquosità, mentre per Pogba prosegue la via verso il forfait degli istanti immediatamente precedenti il prossimo derby. Sicuro del posto davanti Vlahović, una dietro l’altra per lui giusto per vedere se la pubalgia si riaffaccia più forte che pria, affiancato da Kean ormai a detta di tutti con le valigie in mano in vista del prossimo mercato (la Juve si accontenterebbe di 30 milioni… Mauri’ – Scanavino – magna tranquillo).
Ci sarà da fare attenzione anche alla condotta in ottica derby, con Sandro, Kean, Locatelli e Rabiot diffidati.

Lo Spezia farà gli onori di casa al Picco senza allenatore, con Gotti esonerato di fresco e Semplici pronto all’insediamento tra qualche giorno. In panchina per l’occasione siederà Fabrizio Lorieri, ex portiere (Ascoli, Torino e Roma tra le altre) coetaneo di Landucci, verso la fine di quel periodo magico in cui non potevi trovare posto tra i pali se non eri almeno uno psicotico con tratti delinquenziali.
Liguri con diverse assenze, tra la squalifica di Esposito e gli infortuni di Sala, Bastoni, Moutinho e Zurkowski, mentre freschi di recupero sono Nzola ed Ekdal.

Juventus in campo con:Perin; Danilo, Rugani, Sandro; Cuadrado, Locatelli, Paredes, Rabiot, Kostić; Vlahović, Kean.
Spezzini in cerca di un risultato utile in chiave salvezza con:
Drągowski; Amian, Caldara, Nikolaou; Gyasi, Bourabia, Ampadu, Agudelo, Reca; Verde, Shomurodov.

Massiccio e incazzato non cedo manco davanti allo sconto DAZN, che faccio?

È domenica sera, che pensate di vedervi, la trilogia della vendetta? Solo roba leggera ché domani si torna a lavorare!
Su Italia1 alle 21.20 c’è Red, un discreto film-di-menare con Bruce Willis, Mary-Louise Parker, Helen Mirren, John Malkovich e Morgan Freeman nei panni di ex agenti CIA pensionati costretti a scendere nuovamente in campo richiamati da Acciuga. Tratto da un fumetto di Warren Ellis (Marvel, DC, Image Comics, ecc.) è diretto da Robert Schwentke, che ha all’attivo un discreto gruppo di filmacci action/thriller, ma tra questi spicca come un alieno il bellissimo e devastante Der Hauptmann, che prendendo spunto da un’agghiacciante storia vera racconta di un disertore nazista negli ultimi colpi di coda della guerra, pronto a calarsi nei panni di uno spietato aguzzino trasformando la sua fuga in un delirante viaggio al termine della psiche.
Altrimenti per i vecchi marci in cerca di struggenti emozioni c’è The Way We Were, indimenticabile filmone a cura della premiata coppia Pollack/Redford con la partecipazione di Barbra Streisand (il duo si ripeté anche in Out of Africa – lì c’era Meryl Streep – e Havana – con Lena Olin, ma del tris di film è sicuramente quello non riuscito), che racconta della storia d’amore, addii e incontri tra Robert Paratici e Barbra Håland. Fazzoletti pronti a partire dalle 21.10, su RaiStoria.