Endgame Spezia-Juventus

Endgame Spezia-Juventus

Locatelli che, da diffidato, si becca il giallo dopo 20’’; Paredes che si va a scontrare con Kostic; Cuadrado che non riesce a battere una rimessa laterale; sempre Locatelli – al termine del lato A del match – che opta per un dribbling sanguinoso. Primo tempo di rara bruttezza“. Prendo in prestito il tweet di Romeo Agresti sulla partita contro i liguri, per aggiungere che a mio modesto avviso, nemmeno il secondo tempo è stato granché.

Il tweet di Romeo mi è sembrato una una buona sintesi complessiva, però però però, si è vinto! E adesso siamo solo a -9 dall’Europa, cioè dal sesto posto occupato dall’Atalanta. Poi -10 dalla Lazio, quinta, e dulcis in fundo -12 dal Milan quarto, nell’Europa di lusso. Qualcuno lamenta che in questa annata sanguinosa, non dovrebbe esserci spazio per fare gli schizzinosi, col bel giuoco e gli adanismi, e in parte condivido il ragionamento. La Juve è questa e lo sappiamo, ma importa ancora?

O meglio, sì che importa, importa sempre dato che le partite le guardiamo, ma il dibattito ha lo stesso valore di prima? Prima della carestia, lo tsunami e le cavallette? O bisogna guardare al sodo e basta, tanto la stagione sciagurata non si aggiusta, meglio cercare di fare risultati in qualunque sporca maniera, pur di chiudere limitando al massimo i danni? Sicuramente quello che è accaduto mi ha molto allontanato dalla tensione emotiva della partita.

Forse più di quanto era riuscito a fare Allegri anestetizzando ogni idea di calcio. È vero, lui ci stava togliendo la gioia, ma il casino che è esploso dopo è stato un po’ il colpo di grazia. Almeno per me. Confesso che seguo con scarsissima partecipazione emozionale, e che del mister e il suo anticalcio non me ne importa più. Il cortomusismo è il male, ma oggi mi sembra soverchiato da mali ancor più grandi, e finché non saranno risolti mi sembra un problema piccolo.

Così aspetto i bollori dell’estate per capire cosa succederà, nella speranza poter tornare presto a detestare Allegri come attività d’elezione, perché se lui torna il problema principale, significa gli altri sono alle spalle. O quasi, che sarebbe già tanta roba.