Anteprima Roma-Juventus (-12)

Anteprima Roma-Juventus (-12)

Benvenuti alla partita più importante dell’anno per lo juventino che vive a Roma.
Per me, per noi, questo è il vero derby; qualcuno anni fa scrisse, non so però su quali basi, che lo era anche per i romani, visto che, secondo lui, la Juve sarebbe la seconda squadra tifata nella Capitale e dintorni, più della Lazio.
Non so quanto sia vero, però nel mio modestissimo campione di riferimento tra le persone di cui conosco la fede calcistica, ed esclusi ovviamente i romanisti, i bianconeri sono effettivamente più degli altri, laziali inclusi.

Campione che comprende addirittura un vicino di casa napoletano juventino fràcico (forse sarà per questo che è espatriato dal golfo) e che oggi vive un periodo terribile, bersagliato dalle prese pe’r culo dei suoi ex compaesani comprese persone che non ha mai conosciuto ma che si sono fatte dare il suo numero solo per insultarlo nell’anno del Napoli che ha sfiorato il triplete (maledetta Cremonese che ci ha tolto un sogno!) e che, parole del profeta Adani, «… ci ha insegnato come si fa un ciclo vincente e il resto non conta», cancellando in bello stile nove anni – più uno – di schiaffoni (perfino Cassano si è leggermente indignato).
Ed è più o meno quello che capita a noi juventini romani nella decina di giorni pre-nostro-derby, quando gente che non senti da un anno si riaffaccia con meme e memento, Ergode Turone e il fallo laterale de Aldair e i quattro-e-a-casa di Totti e la tripletta de Rocchi e via così.

Recentemente la situazione si era un po’ ammorbidita, il tifoso romanista arrivava all’appuntamento mettendo le mani avanti, siete più forti, speriamo di non prendere l’imbarcata, ecc., ma complice (in ordine cronologico ma ormai non più per importanza) in primis l’arrivo di Mourinho e in secundis gli sviluppi più recenti delle cronache, gli animi si sono nuovamente accesi e un po’ di calore ce l’ha messo anche l’effetto Serra delle ultime ore. Le radio giallorosse sono tornate ad abbaiare contro il potere del palazzo (?) juventino e il comportamento crimonoso della società che ancora una volta col malaffare li ha privati di almeno tre scudetti sacrosanti, evidenziando ancora di più la schizofrenia bipolare di quell’ambiente, mentre due femtosecondi dopo la sentenza mi erano arrivati duecento meme con il logo Juve trasformato in -15 (ai quali avevo risposto che per restare davanti dovevano essere almeno -20, chissà…), insomma, una guerra.

Vabbe’, comunque… Complice lo stop di ieri al Franchi, la zona Champions oggi dista appena 12 punti, che potrebbero essere ridotti a 9 se riuscissimo a vincere stasera. Nove punti con 12 partite ancora da giocare compresi tutti gli scontri diretti (Milan in casa, Atalanta, Lazio e cartonesi in trasferta) per una qualificazione che «… varrebbe come tre scudetti», ha detto ieri Acciuga. Ovviamente senza fare i conti con la giustizia che verrà, veloce o rimandata che sia, ma in entrambi i casi possibilmente poco certa, ché tanto non è questo ciò che conta.

Sbarchiamo all’Olimpico tutto sommato in quelle che sembrerebbero buone condizioni atletiche, almeno a guardare le ultime partite (a marzo si vola! ah, i bei tempi che furono…) e con quasi tutti gli effettivi a disposizione, anche se l’assenza del match-winner De Sciglio si farà sentire.
Chiesa ancora a mezzo servizio, Pogba forse a un sesto, Miretti nuovamente convocato, ma potrebbero tutti dare il loro apporto grazie a quei cinque cambi dei quali Acciuga parrebbe ormai definitivamente aver appreso l’esistenza.
Formazione tipo quindi con il trio brasiliano a difendere capitanato dal fresco di rinnovo Danilo (in attesa del suo compare Sandro), davanti sicuri dovrebbero essere Di Maria e Vlahović, in mezzo rientra Locatelli a prendersi il posto che può essere di chiunque tranne Paredes. Che però entrando all’88esimo potrebbe segnare il gol dell’ex e garantirsi il riscatto (ci sarà sicuramente una clausola apposita).

La Roma invece deve fare i conti con l’assenza di Solbakken (aiùtame addì…) e la leggera influenza di Pellegrini, giocatore che sta vivendo una delle sue peggiori annate all’ombra del Colosseo ma che potrebbe rinnovare le promesse d’amore con la Màggica segnando quel gol che vale una stagione e campare di rendita per qualche anno, come da tradizione giallorossa.
Da segnalare il recente rientro dal lungo infortunio di Wijnaldum che si gioca il posto con Matić, mentre davanti nessun dubbio su Abraham e, soprattutto, su colui che rappresenta l’incubo maggiore per il tifoso juventino, l’acchiappa-vedove Dybala.

Stasera in campo con:
Szczęsny: Danilo, Bremer, Sandro; Cuadrado, Fagioli, Locatelli, Rabiot, Kostić; Di Maria, Vlahović.
Roma agli ordini del condottiero in sospensione con:
Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibañez; Zalewski, Cristante, Wijnaldum, Spinazzola; Dybala, Pellegrini; Abraham.

Non posso neanche andare al pub perché so’ tutti romanisti, che faccio?
Seratona proprio, non c’è che dire… Potremmo partire da un grandissimo classico che racconta le gesta di Agnelli, Paratici, Nedved e Lombardo con la sua valigetta pronta più d’una farmacia notturna: I quattro dell’Ave Maria, su RaiMovie alle 21.10.
Altrimenti, sempre per il filone storico/documentaristico, su TwentySeventeen alle 21.10 c’è Ocean’s Twelve, secondo capitolo della trilogia che racconta dei ladroni della Continassa e delle loro razzie nelle casse romaniste. È sempre un film di quel genere acchiappasoldi (appunto) che Soderbergh affianca (per finanziarsi) alle cose un po’ più personali, ma rispetto all’almeno godibile primo capitolo della serie (e ad altri lungometraggi dello stesso filone) è assai fiacco, più o meno come una Juve contro il Monza.
In tutto questo nulla è quasi meglio Border Control: Continassa (21.25 su DMax), dove finalmente vediamo la CFA, il CdG del CONI e l’ispettore Chiné mettere fine alle serate di drogati, spacciatori, trafficanti e contrabbandieri in quella terra di confine mortificata dal giogo della mafia juventina.