E finalmente è tempo di Europa, quella vera, quella che conta.
O almeno quella che ancora ci fanno giocare (tanto, anche dovesse accadere l’imponderabile, ci toglierebbero poi l’insperato trofeo) e chissà quando ci si ritroverà per questi pizzi.
E chissà se questa Europa League non sarà perfino più importante della Champions, come ricordiamo già avvenne nell’edizione 2019/20 (almeno fino alle 21 ora della finale, poi di tutta quella gloria se ne persero le tracce sul capoccione di Lukaku che deviò il tiro del possibile pareggio)?
Ovviamente partita talmente più importante dell’anno che Acciuga si è addirittura sbilanciato: bisognerà assolutamente vincerla. Tranquilli, quest’anno l’ha detto cinque o sei volte e una volta solo c’è andata bene, ma nessun problema: per le interviste post partita sono già pronte le solite litanie sull’importanza del ritorno, sulla Juve che gioca meglio fuori casa, sull’imperdibile saràcomeunafinale.
A Torino arriva il Friburgo. Ho chiesto al mio referente tedesco che squadra era e mi ha detto «Freiburg fa kakaren. Io fete solo Bayern». E oh, questo passa il convento.
Ovunque si legge (l’ha scritto qualcuno e tutti gli altri copiano, non chiedetemi di fare un’eccezione) che sia una squadra scorbutica e che il suo maggior pregio pare essere il non far giocare bene le avversarie. Diciamo che stasera il compito potrebbe essere ancora più semplice del solito, quindi se Acciuga non riuscirà a sfoggiare il suo calcio-cacciucco, per una volta non sarà certo colpa sua.
Esaurita l’analisi tènnica (ah, sì: ovviamente Grifo segnerà una doppietta), passiamo invece alle novità delle ultime ore, che anche in colpevole assenza di succose intercettazioni in qualche modo agitano lo spogliatoio della Juve e il cuore dei tifosi.
Dopo l’uscita di Gravina, che da strenuo paladino del diritto sarebbe pronto a cavalcare il sentimento popolare della forma giuridica in spregio a quei bucanieri per i quali vincere è l’unica cosa che conta, l’ultima simpatica notizia è il forfait di Pogba per una volta non imputabile ai suoi garretti malandati ma al traffico, la tintoria, l’inondazione, le cavallette ecc. Fatto sta che anche stasera non sarà della partita, questa volta anche senza scendere in campo.
Qualcuno ha perfino insinuato che sia un modo politico per nascondere l’ennesima ricaduta, ma tenderei ad escluderlo: sapendo che un semplice affaticamento costa almeno tre settimane in astanteria è difficile che il Polpo riesca ad arrivare in ritardo ogni santo giorno. Ma ci si può lavorare…
Quindi ancora una volta formazione obbligata, ma alla fine è la preferita del Mister, per cui di quel che c’è non manca niente.
Dietro non ci sono alternative al tridente di Frisia brasiliano, mentre Miretti al rientro parrebbe essere favorito su Fagioli per un ruolo a centrocampo, con lo spostamento di Rabiot a destra (così potrà invertirlo verso il 20esimo, prima mossa tattica di Acciuga che precede quella dell’88esimo con due cambi a membro di segugio più Chiesa pronto a spaccare la partita).
I dubbi più grossi sono su chi affiancherà Di Maria nei due davanti, con la scelta tra un Vlahović sempre più a disagio sia fisico che tattico e un Kean che potrebbe farlo riposare, tanto lui fino a dopo la sosta Nazionali (primo aprile, con quel che potrebbe significare in tema di scherzi, in casa contro il Verona) farà lo spettatore non pagante.
Non credo alla follia di un Allegri pronto a schierare una formazione arrembante, con il tridente Chiesa-Vlahović/Kean-Di Maria davanti a un centrocampo a quattro con Locatelli-Rabiot a smenazzare chiunque passi da quelle parti e Cuadrado e Kostić sui lati, anche perché poi mancherebbe la soluzione De Sciglio a spaccare la partita.
Juventus in campo con:
Szczęsny; Danilo, Bremer, Sandro; Cuadrado, Rabiot, Locatelli, Miretti, Kostić; Di Maria, Vlahović.
Copio e incollo dal Friburgo:
Flekken; Sildillia, Kubler, Ginter, Lienhardt, Gunter; Eggestein, Hofler; Doan, Holer, Grifo.
Sono uno di quei quattro gatti che ha disdetto l’abbonamento, è giovedì, a parte gli gnocchi qual è il palinsesto della serata?
Menu ricco, mi ci ficc… No.
Un horrorino neanche troppo malaccio alle 21.15 su Italia2, Ouija: Origin of Evil, prequel per una volta assai migliore del capitolo originale (Ouija, appunto), con la classica famigliuola che con la tavoletta interroga Covisoc e Consob sulla carta fantasma e poi il fantasma arriva vestito da Gravina e te lo tronca in de’r que’r posto.
Alla stessa ora su Cielo c’è invece Machete, che come tutti sappiamo è un film che nasce grazie alla potenza di un finto trailer (inserito con altri nell’esperimento Grindhouse, ad intervallare i due film di Tarantino – Death Proof – e Rodriguez – Planet Terror), in sostanza ancora una volta una vittoria del consenso popolare.
A dirigerlo c’è proprio Robert Rodriguez che dona il primo ruolo da protagonista a Danny Trejo, un simpaticone che dopo un passato da eroinomane e rapinatore (era il periodo di Agricola e Moggi) diventa pugile in carcere, poi casualmente approda al cinema e grazie all’amicizia con un altro galeotto poi redento (Edward Bunker, pace all’anima sua, autore di almeno tre piccoli capolavori della letteratura crime, ovvero The Animal Factory, Little Boy Blue e Dog Eat Dog – e con qualche trascorso pure da attore, tra l’altro fu Mr. Blue in Reservoir Dogs) finisce ad allenare Eric Roberts (il fratello di Julia) sul set di Runaway Train e da lì a diventare Mario Mandžukić nel calcio di genere fu un attimo.
