Endgame Sporting Lisbona-Juventus 1-1

Endgame Sporting Lisbona-Juventus 1-1

Cosa si può dire di un match come questo? Brutto che di più non si può, intriso di sofferenza che manco il cammino di Santiago, ma senza nemmeno la speranza di un dopo che promette gioia e felicità eterna? Niente. Non c’è niente da aggiungere, mi sforzo di dire altre due cosette. Una è l’ovvia considerazione che in questo modo contro il Siviglia non si passa, sono tosti, esperti e hanno un allenatore che questa competizione la mastica come pochi al mondo. Mi rendo conto adesso che mi sarei potuto fermare a hanno un allenatore. Ma vabbé.

L’altra è che l’unico dato positivo che riesco a trarne è il risultato, inteso come passaggio del turno, ma di più. Cioè se era solo un qualsiasi approdo a una semifinale europea, la tristezza del match avrebbe comunque preso il sopravvento, no, a renderlo un risultato buono è solo il fatto che avrei rosicato come un castoro se fossimo stati l’unica italiana a non partecipare al megaparty delle semifinali. Dopo Fiorentina e Roma ad aggiungersi alla festa, sarebbe stata davvero indigeribile. E quindi siamo in semifinale, bene così, mentre tutto fa schifo.

In preda a una crisi di generosità e ottimismo, aggiungo un’altra cosa buona. In realtà voglio solo citare un noto documentarista che diceva che si può dira una cosa buona di chiunque, anzi persino due cose buone. E lui lo fece, a dimostrare quanto fosse vero, parlando proprio di uno degli uomini che più aveva detestato al mondo. In questo caso non è una cosa buona su qualcuno ma su qualcosa, quindi su questo scempio generalizzato: la prestazione di Miretti. Sono contento per un ragazzo giovanissimo e promettente che sembrava essersi perso. Invece mi è sembrato somigliare di nuovo a quella versione di sé che ci piaceva e ci faceva ben sperare per il futuro.

Continuiamo a sperarlo, per il resto mettiamoci il cuore in pace e dormiamoci su. A furia di accorciare sto muso, sembreremo tutti carlini e bouledogue francesi. Bau.