Anteprima Bologna-Juventus

Anteprima Bologna-Juventus

Finalmente dopo le scampagnate fra amici si torna a giocare le partite più importanti della stagione, quelle che servono per difendere il secondo terzo posto per la Champions e far arrivare sesti i cartonesi, che pare essere l’unico obiettivo stagionale per il quale il Mister ha speso parol(acc)e.
Del resto, ipse dixit, l’importante è essere in corsa a marzo o aprile, e se esci in semifinale di EL, unica corsetta rimasta, potrà sempre dire che oh, e quello è maggio, che c’entra?

Acciuga in conferenza stampa stavolta è partito per dare il fritto, ma è finito bollito. Non lo vedevo così in forma dai tempi di Adani, quando bacchettava tutti dall’alto dei suoi scudetti. Stavolta prende spunto copia dalla conferenza stampa di Giannīs Antetokounmpo, che sta rimbalzando in streaming ovunque, per fare il gradasso con la sua nemesi Della Valle.
Il problema è tutto nel confronto che si può fare tra le parole e, soprattutto, il tono di Antetokounmpo e quello di Maccs.

In poche frasi, con una pacatezza mista a rassegnazione ed un rispetto per l’interlocutore ammirevole, Giannīs prova a spiegare a un giornalista, e a tutti quelli che non hanno mai gareggiato a livello agonistico che non sia il giovedì sera a calcetto, qualcosa che non potrà, che non potranno mai capire. La sintesi dello sport, della competizione, che passa attraverso un numero sconsiderato di sconfitte (e non parliamo poi delle discipline individuali), ma che non ti abbandona mai quando suona la sirena, il fischietto, lo starter, il cancelletto, il gong, qualsiasi cosa sia e qualsiasi persona o squadra tu abbia davanti, a fianco, attorno a te, insieme a te.

Maccs prende le parole di questo ragazzo e le trasforma da carezze in sfollagenti, con le quali cerca di farsi largo tra le domande dei giornalisti in sala per terminare la sua personalissima royal rumble con la nemesi gazzettara.
Le schermaglie iniziano con Oddennino de La Stampa, che gli chiede del perché di certi nervosismi post partita con i cartonesi e lui in risposta mette su la sua maschera da bulletto del gabbione, chiedendogli sibilante di fare i nomi di chi avrebbe messo in giro certe chiacchiere, in un clima che si congela sempre più, mentre torvo guata la platea aspettandosi risposte (che sono già scritte nel nome dei giornalisti che hanno trattato la notizia nei quotidiani di appartenenza).
E poi arriva l’immancabile sbrocco con Fabiana Della Valle, in cui ancora una volta richiama le parole del greco per usarle come un tolstoiano Babino per le risposte sbagliate nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Allegri ha ragione quando dice che vincere è eccezionale. Che capita ad uno solo. E proprio per questo non vorrei vederlo prendere per il culo chi in campionato sta dominando con una rosa composta da un ottimo giocatore, un paio di pesche miracolose e una raccolta di scarti e fino all’altro giorno pseudo giocatori di seconda fascia. Né può sbroccare con i cartonesi nell’agguato perfetto ordito dal suo ex sodale Marotta e adeguatamente riportato dall’organo di partito, ricordando che ci sono i livelli, le categorie, anche per i dirigenti, nel classico delirio da io so’ io e voi nun siete un cazzo che rappresenta uno dei must del Mister, già replicato più volte in passato (anche con le forze dell’ordine, respect!).
Mi piacerebbe poter chiedere ad Acciuga quali sono i livelli in cui ci sta guidando dopo due anni di nulla cosmico, di imbarazzi continui, di inadeguatezza tecnica, di sconfitte deprimenti e di partite ancora più avvilenti, a rappresentare più una discesa tra gironi infernali che una sfilata di categorie. Visto che non potrebbe usare lo stesso tono, immagino ricondurrebbe tutto al fatto di non aver potuto ritrovare il Pogba che aveva allenato, che sembra essere l’unico motivo per giustificare le sconfortanti prestazioni di questa squadra.

Quando Maccs vuole spiegare di divertirsi alle domande dei giornalisti, con un ghigno che tutto sembra tranne compiaciuto, rivela un crescente nervosismo che potrebbe essere figlio di una serie di avvenimenti. E no, non sono le partite demmerda, quelle non contano.
Quando richiama a una difesa granitica a 360° include la Juventus tutta, chissà se infastidito anche dalla chiacchiera di un Calvo che avrebbe chiamato i cartonesi cercando di stemperare la situazione post ritorno di Coppa, una sorta di presa di distanze da certe sue esternazioni, un inizio di scollamento tra dirigenza e staff tecnico?
Quando escono le voci di dissidi recenti con Paredes e Vlahović, dopo quelli che ci furono con Locatelli, con un Bonucci (altro furbastro) che si rivela dubbioso su certe scelte tecniche (forse intravede in lontananza un nuovo carro su cui cercare di saltare – eufemismo – al volo), presto seguiti da infortuni che secondo qualcuno sanno più di politico che clinico (le chiacchiere di oggi su Di Maria – quello che già ad inizio stagione si interrogava su certe sostituzioni – e quelle di pochi giorni fa su Vlahović), possiamo pensare ad una fortuita coincidenza (due fanno un indizio, diceva la vecchia), a semplici fuffarolate (che iniziano però ad indicare una certa direzione), o a uno scollamento anche col gruppo squadra?

E in questo clima ci avviamo per la trasferta a Bologna, partita che nelle intenzioni dovrebbe scrostarci da quella quota 59 che ci piaceva così tanto che abbiamo iniziato ad arredarla, ma che si affronterà con le turbe di una squadra in piena crisi d’identità (come se in questi due anni l’avessimo mai avuta, a parte strisce frutto di culo più che di prestazioni), tanto ci sarà qualcuno che ci spiegherà che la rosa dei felsinei è superiore alla nostra, in caso di (ennesima) figura demmerda.

Juve in campo con:
Szczęsny; Gatti, Bremer, Danilo; Cuadrado, Fagioli, Locatelli, Rabiot, Kostić; Miretti, Di Maria.
Lo squadrone che tremare il mondo fa si presenta con:
Skorupski; Posch, Soumaoro, Lucumí, Lykogiannīs; Schouten, Domínguez; Orsolini, Ferguson, Kyriakopoulos, Barrow.

Non volendo assistere all’alba di un Thiago Motta visionario tecnico che prende il posto di Palladino come sorpresa dell’anno, che posso fa’?
Gran bel film su Rai4 alle 21.20, Texas Killing Fields, da noi Continassa: le paludi della morte, dove si narra di numerosi cadaveri di flessori scoperti tra i campi di un centro di allenamento nel torinese.
Battute a parte, è un film passato in secondo piano ma ha una sua magia pur partendo da eventi reali che di magico non hanno nulla (e no, non è quella di Varriale).
Su Twentyseven, alle 21.05, The Pursuit of Happyness, drammone in cui un Acciuga disoccupato si aggira con il figlio Mattia in cerca di una panchina dove passare la notte. Poi siccome ha culo, qualcosa alla fine rimedia sempre.