Aprile è finalmente finito. Il mese decisivo, quello delle risposte. La Juventus ha giocato nove partite, ne ha vinte due, ne ha pareggiate tre, e ha perso le altre quattro. Un ruolino terrificante, che si commenta da solo. Ha in oltre dato a tutti la netta sensazione, specialmente dopo Napoli, di essere crollata dal punto di vista psicologico. Probabilmente, come da tradizione, anche da quello fisico. Non si sono intraviste nemmeno le presunte doti di carattere, orgoglio e unità delle quali spesso si è parlato.
La partita è andata meno peggio del solito, per certi versi è stata addirittura divertente, ma è stato un campionario di tutto il peggio di Allegri, e le sue idee. Va detto anche che se per tre/quattro volte un giocatore si trova nella posizione/situazione ideale per far gol e poi non lo fa, Allegri c’entra poco. Questa volta, qualcun altro ha da assumersi le colpe di questo risultato orribile, che il caro Mister ha però avuto il coraggio di tentare di venderci per buono, ai microfoni post-partita.
Ma stando alle parole di Calvo nel pre-gara, Allegri è più che blindato. Sappiamo tutti che sono frasi di circostanza e che un dirigente non può dire una cosa diversa da quella, specialmente in un frangente così delicato. Sì, ne abbiamo visti a decine confermare quel giocatore o allenatore la sera, e cederlo al mattino, tuttavia io gli credo. E non perché il buon Calvo mi ispiri più fiducia di Nedved o altri predecessori, ma perché immagino che la società non abbia altra scelta.
Aprile è finalmente finito, sì, e ci ha detto quello che doveva dirci e forse anche di più, peccato però che non sia ancora finito maggio. O giugno. Questa stagione sciagurata. O per meglio dire, il 2024. Ecco quando sarà finalmente finito quello, allora forse potremmo tornare a parlare di Juventus e di calcio, senza che questo somigli a un supplizio, o una penitenza da compiere per espiare chissà quale malefatta. Prima di allora, sapete cosa aspettarvi. Buon primo maggio, lavoratori.
